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giovedì 2 febbraio 2012

Agricoltura: la riforma della Pac è un passaggio cruciale per il settore Ma le nostre imprese ora hanno bisogno di risposte immediate su Imu e caro-gasolio


La Cia Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto ritiene che la riforma della Pac (Politica Agricola Comunitaria) è un passaggio fondamentale per il futuro della nostra agricoltura, ma ora occorrono interventi incisivi per dare una risposta alla difficile crisi che stanno vivendo le imprese agricole della nostra provincia.
Ancora prima dell’appuntamento europeo, è indispensabile risolvere in tempi brevi le tre grandi emergenze del settore: l’Imu sui fabbricati rurali, l’aumento degli estimi catastali per i terreni agricoli, il caro-gasolio; senza efficaci misure in questa direzione, sarebbe un vero disastro.
Per questo motivo la Cia nazionale ha lanciato un ultimatum al Governo: o si guarda con più attenzione ai problemi del settore oppure scatta immediata la mobilitazione, con iniziative sindacali, anche di carattere unitario, in tutt’Italia.
Da parte nostra c’è sempre stata la piena disponibilità alla soluzione dei problemi che attanagliano il Paese. Siamo persone responsabili e pronte ai sacrifici, anche duri, ma davanti all’assurda, ingiusta e pesante tassazione dei terreni agricoli e di strumenti di lavoro come i fabbricati rurali (la stalla, il magazzino o il fienile) noi non possiamo stare zitti; si tratta di mezzi produttivi che non possono subire una tale imposizione fiscale.
Allo stesso modo, non possiamo più accettare che i continui rincari del gasolio agricolo pregiudichino il domani non solo di migliaia di serre (che ne fanno largo uso soprattutto nel periodo invernale, per il riscaldamento delle colture), ma anche delle altre imprese agricole.
D’altra parte vogliamo dare atto al ministro dell’Agricoltura, Mario Catania, di svolgere un ruolo positivo in una fase certamente difficile.
In questo contesto vogliamo ribadire con grande autonomia la volontà di sostenere coloro che nel Governo hanno compreso il ruolo primario dell’agricoltura nella società e nell’economia, e vogliono, perciò, contribuire alla sua valorizzazione.
Più in generale, accanto ad un’azione tesa a tutelare gli interessi degli agricoltori italiani nel difficile confronto sulla Pac post 2013, è indispensabile avviare da subito un confronto concreto e costruttivo tra tutti i soggetti della filiera agroalimentare e le istituzioni centrali e locali per un nuovo progetto di politica agraria; un percorso che deve avere il suo punto focale in una conferenza nazionale sull’agricoltura e lo sviluppo rurale. Un appuntamento più volte annunciato, ma mai finora realizzato veramente. Lo impone l’attuale situazione del settore primario e il dramma economico e sociale in cui vivono migliaia di imprese. L’Italia agricola ha bisogno di una nuova strategia condivisa e di ampio respiro.
Dopo il varo di provvedimenti per fronteggiare l’emergenza occorre sviluppare una strategia tesa a ricerca e innovazione, a favorire l’ingresso dei giovani e l’aggregazione fondiaria, a rendere efficienti i mercati, a sostenere la competitività, a ridurre i costi di produzione e a semplificare i rapporti tra imprese e pubblica amministrazione. É ormai giunto il momento di cambiare.
Se si vuole puntare alla crescita delle aziende è indispensabile accelerare la marcia. Le misure del Governo Monti non danno risposte puntuali e concrete in questo senso.
Chiediamo dunque che si riaccendano i riflettori sull’agricoltura e si tenga realmente conto del ruolo fondamentale che svolgono gli imprenditori agricoli del nostro Paese.  

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