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venerdì 3 febbraio 2012

A PISTICCI E MADRID LE IMMACOLATE DI VACCARO


di Giuseppe Coniglio

PISTICCI - Ha suscitato molto interesse e curiosità la notizia della scoperta nei magazzini del Museo Prado di Madrid di una copia della Gioconda di Leonardo d Vinci, dipinta in tempo quasi reale da un suo allievo, forse Andrai Salai. Una scoperta sensazionale secondo “El Pais,” che cita fonti del Prado e il periodico londinese “The Art Newspaper”. L’evento ripropone il tema delle copie-imitazioni, di cui è piena la letteratura dell’arte. Con una sola eccezione, forse. Il Prado conserva anche una tela dell’Immacolata di Andrea Vaccaro, identica a quella che aveva dipinto per il Convento di Pisticci. Due opere originali e ambedue firmate, al punto che è difficile stabilire quale sia stata dipinta per prima, anche se è molto probabile che siano coeve. Leggermente diversa è invece una terza Immacolata che fa parte della ricca collezione della Cittadella Monastica del Suor Orsola Benincasa di Napoli. Napoletano di nascita, Andrea Vaccaro si era inizialmente ispirato ai modelli pittorici bolognesi, che nella Campania andava diffondendo Massimo Stanziani, imitando soprattutto le tipologia umane di Guido Reni ma con impianti cromatici tratti dal Ribera. Vaccaro lavorò principalmente su commissione ecclesiastica e la sua tecnica di raffigurare santi e martiri in atteggiamenti di devozione e espressività ne fece uno degli artisti più noti e più richiesti durante la Controriforma. Nelle sue opere riaffiora spesso il naturalismo di Caravaggio in chiave classicistica. Tra i suoi canoni principali la regolarità delle forme, le tonalità chiare e sfumate e l'assenza di atteggiamenti violenti. Importante nella sua vita fu anche l'incontro con Bernardo Cavallino e Anton Van Dyck. Fu consuocero di un altro pittore attivo in Napoli all'epoca, il lucano Gian Giacomo Manecchia, avendo la figlia Annamaria sposato suo figlio Nicola. La tela dell’Immacolata fra i Santi Francesco e Gaetano è tra i capolavori dell’arte pisticcese e fa bella mostra di sé nell’area absidale della Chiesa del Convento dove pure sono esposte opere di altri prestigiosi autori come il Guarino, Ferri e Cassone. Fu commissionata dall’Università di Pisticci nel 1656 in segno di ex voto per lo scampato pericolo della peste. A giudizio dei critici è opera di notevole valore storico e artistico. Secondo A. Grelle Iusco tradisce però la tradizionale adesione ai moduli controriformati, integrati dai forti contrasti luce-ombra che attraversano le figure. E il sac. Domenico Sinisi aggiunge che è una immagine unica per la realistica chioma disciolta e pendente sugli omeri. Per comprarla un ricco mercante aveva offerto ai frati ben 300 ducati, somma cospicua per quei tempi che avrebbe fatto comodo in tempi di ristrettezze economiche, e una copia fatta a cappella. Ma i religiosi opposero un fermo rifiuto ben conoscendo la particolare devozione della comunità per l?immacolata, prima protettrice del paese, alla quale era stato pure intitolato un piccolo tempio al rione Dirupo. E cosi Vaccaro ne dipinse una seconda del tutto simile, esposta appunto al Prado. 

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