CONTINUANO GLI APPUNTAMENTI TERRITORIALI PER I VERTICI DELLA COLDIRETTI DI BASILICATA.
Tenutasi ieri l’assemblea territoriale della Coldiretti di Basilicata, a Venosa, presso la sala riunioni della Cantina di Venosa. Presenti il Presidente Regionale Piergiorgio Quarto, il Presidente Provinciale di Potenza Teodoro Palermo, il Direttore Regionale Angelo Milo e il Direttore Provinciale di Potenza Franco Carbone. Numerosa la partecipazione dei dirigenti sezionali dell’area e tanti gli argomenti trattati, primo tra tutti quello dell’incontro del 28 maggio al Teatro Palapartenope di Napoli “L’agricoltura di chi ama l’Italia”, dove la Coldiretti di Basilicata porterà un cospicuo numero di associati provenienti da tutta la Regione.
Si è parlato della nuova riforma della PAC, del decreto “Sforbicia-Italia”, dove l’azione dell’Organizzazione ha evitato pesanti ripercussioni per il settore agricolo, del problema degli usi civici. Non si potevano non toccare tematiche legate al settore vitivinicolo, soprattutto i problemi legati alla burocrazia. Per Teodoro Palermo, anche al vertice del Consorzio di tutela dell’Aglianico del Vulture “il problema più grande che si trovano ad affrontare tutti i giorni gli imprenditori vitivinicoli è quello dell’eccessiva burocrazia. La burocrazia non è la soluzione dei problemi, la burocrazia inutile è il problema: più di 70 pratiche dal vigneto alla bottiglia, ben 4000 pagine di norme, 20 i soggetti coinvolti e 100 giornate all’anno perso per riempire fogli di carta”. Il Direttore Milo ha sottolineato che “la Coldiretti lucana ha da giorni consegnato all’Assessore Regionale Ottati un promemoria contenente proposte per le azioni di accompagnamento alla Programmazione 2014/2020, con l’auspicio che possa davvero rappresentare un aiuto a chi nel prossimo futuro dovrà lavorare agli interventi da attuare”. Il Presidente Quarto, dopo aver fatto il punto sulle attività del Sistema Coldiretti Basilicata, ha ricordato un importante successo ottenuto dall’Organizzazione a livello nazionale, grazie alle proteste degli agricoltori sul Brennero e le molteplici iniziative di mobilitazione messe in campo. “Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha accolto le nostre richieste, togliendo il segreto sui flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per la produzione alimentare, flussi che alimentano il falso Made in Italy. Circa un terzo dei prodotti agroalimentari venduti in Italia contiene materie prime straniere, esportati come Made in Italy all’insaputa dei consumatori e a danno delle aziende agricole. Il prossimo passo è l’obbligo dell’etichetta di origine”.
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