La Materit non e' l'unica realta' industriale lucana in cui le maestranze hanno avuto contatti con l'amianto. Anche l'area di Tito ha causato per questo stesso motivo danni alla salute, in molti casi irreparabili. Purtroppo tutto e' accaduto spesso nel silenzio delle istituzioni, degli inquirenti, della stessa magistratura. Di quegli organi che dovrebbero dare risposte certe e non le danno per pigrizia, per timore di infrangere certe barriere che non vanno neppure sfiorate dal dubbio.
Lavoratori indifesi, in balia di una scienza tante volte incapace di stabilire un rapporto di causa effetto. Per questo nasce a Potenza una sede dell'associazione che si propone di porre il problema ai livelli non solo previdenziali, ma anche di salvaguardia di quanti, pur di non rimanere disoccupati, hanno accettato il terribile rischio di vedere seriamente compromessa la loro salute.
Più che un'associazione si tratta di un movimento. Un movimento di persone e di idee che, in uno dei momenti più bui per il mondo del lavoro lacerato dalla disoccupazione e dai contrasti tra le forze politiche e sociali, intende far valere il principio irrinunciabile dell'integrità fisica di chi presta la propria opera in attività pericolose.
E del riconoscimento dovuto del danno subito.
La sede potentina dell'Associazione esposti all'amianto e' guidata da una donna piena di esperienza, non solo a livello sindacale, quanto personale.
Una donna che ha tentato le mille strade della scienza per aver ragione della malattia incurabile di chi le era accanto. Naturalmente senza successo, giacche' certi mali non danno tregua. Lo sa bene chi governa, ne e' consapevole il mondo dell'industria.
Sono convinti i medici di INPS e INAIL anche in Basilicata.
L'associazione vuole rappresentare una presa di coscienza di una malattia dalle conseguenze gravissime, finora conosciuta ma non valutata appieno. Mira a essere un punto fermo nella cultura del lavoro, giuridica, sociale, economica ed a contrapporsi alla responsabilità di tanti che per lungo tempo hanno finto di non accorgersi della portata drammatica del problema di centinaia di persone contaminate dalle polveri di amianto. E cio' anche nella verde Basilicata dove quel che accade vale meno che se si verificasse altrove! Ironia della sorte. Soltanto questo?