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giovedì 26 aprile 2012

Pasquale Lorusso: “Contraffazione brand Calia: occorre una incisiva azione istituzionale di tutela del Made in Italy”


“Quanto accaduto all’azienda Calia conferma quanto sia urgente un’azione istituzionale più incisiva per tutelare le creazioni Made in Italy. La già complessa competizione sul mercato internazionale diventa praticamente insostenibile quando si arriva a copiare non solo i modelli, ma addirittura l’immagine aziendale, i valori, le persone che hanno fatto la storia di un’azienda come Calia”.
È quanto ha dichiarato Pasquale Lorusso, Presidente Vicario di Confindustria Basilicata, dopo il sequestro di container di divani venduti con il marchio Calia Italia da un’azienda cinese.“Per anni, in questa terra i nostri imprenditori hanno prodotto eccellenza, nella qualità dei divani, nell’innovazione del design, nella capacità commerciale. La crisi che ha fiaccato l’economia del salotto, nonostante i ripetuti appelli, non ha trovato alcuna sponda di supporto nelle strategie di attenzione del Governo. Si è perso tempo, senza riuscire a costruire un percorso di sostegno al comparto, né strutturando validi strumenti di tutela del made in Italy”.“Siamo sempre eccellenza – ha aggiunto Lorusso - nella qualità del prodotto come nello stile. Non abbiamo paura di competere contro i bassi costi di manodopera. Nulla possiamo, però, contro chi può vendere un prodotto al solo costo delle materie prime poiché opera in situazioni di dumping sociale, ambientale e valutario, per giunta violando la legge sulla tutela dell’immagine aziendale”.“E’ venuto il momento – ha concluso il Presidente Vicario di Confindustria Basilicata - di dire da che parte si sta e quali strumenti di difesa si vogliono attuare. Il Made-in-Italy è ciò che è fatto, fabbricato in Italia secondo le regole dettate dal codice doganale comunitario. Made-in-Italy non è lo “styled in Italy – designed in Italy”. Bisogna capire se vogliamo difendere gli importatori o gli imprenditori e l’occupazione in Italia. Dopo aver nel passato sottovalutato il problema, oggi la difesa della nostra manifattura è talmente impellente, da non consentire tentennamenti. Auspichiamo un’azione di responsabilità anche da parte dei parlamentari lucani, perché finora – è bene ribadirlo – nulla è stato fatto sul fronte istituzionale nazionale”.

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