Manca il personale soprattutto nei mesi estivi
A rischio chiusura i musei della regione gestiti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata per la carenza ormai cronica del personale di custodia. Questo l’allarme lanciato, quasi un anno fa (ad agosto 2009), dalla CISL Funzione Pubblica di Basilicata. A distanza di 10 mesi la situazione è peggiorata per il collocamento a riposo di altre unità. Questi i numeri della crisi: la pianta organica risalente al 1997 prevedeva per l’area della vigilanza 171 unità distribuite su 9 sedi e 4 parchi archeologici. Attualmente sono in servizio 127 unità con una percentuale di occupazione inferiore di circa il 40%. Il museo Ridola di Matera dallo scorso mese di marzo, è diventato la sede con la carenza più alta del personale di custodia. Conta 10 unità, esattamente quante sono le unità che necessitano per la copertura di un turno giornaliero se si vuole offrire un minimo standard qualitativo sulla prestazione lavorativa che va dall’accoglienza al pubblico, alla sorveglianza degli accessi, alla tutela dei beni conservati. Attualmente alcuni turni sono coperti da un solo lavoratore, un numero che, anche in previsione dei prossimi lavori di allestimento delle sale espositive, suggerirebbe la chiusura al pubblico per motivi di sicurezza poichè i cantieri rappresentano sempre un momento di criticità per la sicurezza e la tutela dei beni. Ma il dato fondamentale e allarmante rimane la quasi impossibilità di redigere, per i mesi a venire, i servizi di turnazione se non si adotteranno misure tampone per fronteggiare questa emergenza richiedendo, ancora una volta, la disponibilità di altri dipendenti del museo. Non si può sperare neppure nell’arrivo di altro personale: nella P.A. per effetto delle ultime finanziare c’è un blocco pressoché totale delle assunzioni. In Basilicata questa condizione è aggravata dallo stesso Ministero per i Beni e le Attività Culturali che nell’ultimo bando di concorso (indetto nell’estate 2008) non ha previsto per la nostra regione neppure la copertura parziale dei conclamati vuoti di organico appena menzionati. Il museo archeologico materano ha una connotazione fortemente territoriale ed in quanto tale è rappresentativo della sua storia a partire dal Paleolitico fino all’Alto Medioevo. “Tutti i lavoratori del Museo Ridola” sostiene la segretaria aziendale Cisl, Nicoletta Montemurro “non vorrebbero che il loro museo, il museo della città, fosse chiuso al pubblico. Non vorrebbero recidere questo rapporto con il territorio consapevoli che lo sviluppo di un’area passa anche attraverso istituzioni culturali come il Museo Ridola”. La CISL Funzione Pubblica di Matera pur facendosi promotore di un tavolo negoziale tra la Soprintendenza archeologica della Basilicata e la Provincia di Matera che prevedeva attraverso un protocollo d’intesa l’impiego di alcuni Lsu come supporto ai servizi di vigilanza e accoglienza ad oggi registra che non si sono raggiunti risultati concreti. Quindi rimane a rischio la chiusura il più antico istituto culturale della regione e altri importanti siti come le Tavole Palatine di Metaponto.
Nessun commento:
Posta un commento