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venerdì 15 luglio 2016

CONFCOMMERCIO: ANCHE NELLA PICCOLA BASILICATA CI SONO MARGINI PER LA RIDUZIONE DELLA SPESA PUBBLICA E IL MIGLIORAMENTO DEI SERVIZI AI CITTADINI

“I dati regionali sulla spesa pubblica locale, presentati dall’Ufficio Studi di Confcommercio, dimostrano che anche in Basilicata ci sono margini sufficienti per una riduzione della spesa pubblica e il miglioramento dei servizi offerti ai cittadini. Oltre a seguire percorsi virtuosi ed efficienti di spesa la condizione per favorire la ripresa economica e l’occupazione è la riduzione della pressione fiscale su imprese e famiglie”. E’ il commento del presidente provinciale di Potenza di Confcommercio Imprese Italia Fausto De Mare. I dati Confcommercio. In media, ogni lucano spende attraverso le amministrazioni locali – tutte le risorse sono dei cittadini, conviene ricordarlo – 3.285 euro (l’anno di riferimento è il 2013, l’ultimo per cui si dispone dei dati territoriali). Questa la ripartizione per funzioni di spesa: la sanità naturalmente fa la parte del leone con 1.847 euro pro-capite, seguita da “servizi pubblici generali” con 496 euro pro-capite, protezione ambientale con 264 euro, affari economici 178 euro, istruzione con 151 euro, abitazioni e assetto del territorio con 149 euro, protezione sociale con 94 euro, ordine pubblico e sicurezza con 76 euro; chiudono la classifica attività ricreative, culturali e di culto con 29 euro. Ma – secondo Confcommercio – si potrebbe fare molto meglio, sia in termini di riduzione della spesa, che di miglioramento dei servizi. Sprechi o inefficienze in Italia sono pari a 74,3 miliardi di euro, il 42% della spesa complessiva in Italia. Cosa si potrebbe fare. L’indagine Confcommercio si spinge a verificare quanto sarebbe necessario reinvestire, regione per regione, per portare il livello di output pro capite ai livelli della Lombardia ai prezzi della Lombardia: le risorse sono pari a 883 euro per la media nazionale, e 805 euro pro capite per migliorare i servizi in Umbria, portandoli al livello della regione benchmark. Secondo Confcommercio, reinvestendo 53 miliardi di euro dei 74,3 miliardi di risparmio teorico per i migliorare i servizi delle varie regioni italiane portandoli al livello della Lombardia si risparmierebbero comunque 21,1 miliardi di euro di sprechi. Con 21 miliardi di euro annui risparmiati, con il blocco della spesa pubblica ai livelli stabiliti per il 2016 e con una crescita del Pil di oltre l’1,4% per il triennio 2017-2019, nel 2019 la pressione fiscale si potrebbe abbassare al 40,8%. “L’abbiamo definita – spiega il presidente De Mare - una sfida "certamente eccezionale ma possibile". Gli sprechi e le inefficienze dei Comuni e delle Regioni "non sono più accettabili. In molti territori, soprattutto nel Sud, aumentano le tasse e peggiorano i livelli dei servizi, è una vera beffa che aumenta pericolosamente la distanza tra cittadini e istituzioni". Non servono tagli lineari e indiscriminati. Ma occorre una profonda azione di controllo, revisione e riqualificazione della spesa pubblica che, insieme ad una rigorosa applicazione dei fabbisogni e costi standard a tutte le funzioni pubbliche e a tutti i livelli di governo, consentirebbe di raggiungere un duplice obiettivo: migliorare la qualità dei servizi pubblici e trovare le risorse necessarie per ridurre le tasse su famiglie e imprese". "Riteniamo – aggiunge il presidente di Confcommercio Imprese Italia Potenza - che non solo il Governo debba fare di più e meglio per ridurre la spesa pubblica ma anche la Giunta Regionale che non si può certamente considerare immune da sprechi e scelte inappropriate. Di qui la “provocazione” che è venuta dalla Confcommercio nazionale che riguarda il futuro delle piccole regioni. Ovviamente – dice De Mare – solo una “provocazione” perché riteniamo che ci sia spazio per conservare l’autonomia istituzionale della nostra piccola regione perché “piccolo” non è obbligatoriamente sinonimo di spreco”.

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