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giovedì 13 settembre 2012

BENEDETTO, SEDUTA STRAORDINARIA CONSIGLIO REGIONALE A PISTICCI Dichiarazione del vice presidente del Consiglio Regionale Nicola Benedetto (IdV)

“Lo “sfogo” del sindaco di Pisticci Di Trani, proprio perché viene da un sindaco che ha responsabilità di gestione amministrativa ed è quindi responsabile di fronte alla sua comunità, richiede qualche risposta di carattere politico ed istituzionale a parte le risposte che gli sono dovute dal suo partito chiamato pesantemente in causa. Penso in proposito che il Pd regionale debba, una volta per tutte, sanare la ferita aperta con le elezioni comunali e le divisioni, ancora laceranti, dovute alle due liste, di cui quella autonoma di Di Trani. Sarebbe comunque un errore politico non dare peso alle pesanti affermazioni che, al di là del tono, sollecitano un’attenzione della Giunta Regionale e della politica nel suo complesso per le problematiche di Pisticci e del suo territorio che sinora è stata decisamente al di sotto delle legittime aspettative della comunità non solo di Pisticci ma dell’intero Metapontino. La mia proposta è di convocare una seduta straordinaria aperta del Consiglio Regionale a Pisticci, come accade con la seduta straordinaria a Scanzano Jonico nel 2003, per affrontare tutte le questioni sul tappeto, perché proprio come allora esiste una situazione di emergenza democratica e civile da affrontare. Una proposta che ufficializzerò nella prossima riunione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale con l’obiettivo di avvicinare l’istituzione regionale al territorio. Ritengo perciò necessario per evitare di alimentare antipolitica e populismo che ciascuno spieghi cosa ha fatto e cosa sta facendo per la difesa dell’ospedale di Tinchi, il Tribunale di Pisticci, l’aeroporto Mattei, lo sviluppo industriale, il turismo, l’agricoltura e l’occupazione nell’area. E la seduta straordinaria del Consiglio è l’occasione per una risposta alla legittima domanda del sindaco, in quanto portavoce di esigenze diffuse dei cittadini: quali soluzioni e quale modello di sviluppo si intendono dare a questo territorio.
Sull’ospedale, Di Trani è testimone della battaglia da me ingaggiata in Consiglio in quanto ha seguito a Potenza la lunga notte di discussione del mio emendamento presentato in occasione dell’approvazione del Piano Salute. Proprio dopo la sua pesante denuncia politica, sono sempre più convinto che le cose sarebbero andate sicuramente in modo diverso se i consiglieri regionali, a cominciare da quelli del Pd, avessero accantonato gelosie e personalismi votando l’emendamento da me proposto al Piano Salute per mettere una parola chiara e definitiva sul presente e sul futuro dell’Ospedale di Tinchi. I fatti di questi ultimi giorni, purtroppo, mi danno ragione perché l’ordine del giorno che, pure contiene le proposte che ho fatto per Tinchi, “preferito” al mio emendamento che, invece, avrebbe impegnato Giunta ed Assessore a “fare cose concrete”, vale a dire a mettere in pratica atti e provvedimenti veri e non “di carta”, ha seguito il destino di altre decine e decine di ordini del giorno approvati in Consiglio e rimasti negli uffici della Presidenza della Giunta e di qualche Assessore. Il sindaco ha ragione: all’ospedale di Tinchi è in atto un piano strisciante di progressivo smantellamento dei servizi ospedalieri sino a trasformare la struttura in uffici decentrati Inam, in una sede destinata solo ad uffici amministrativi, dove la sanità non sia più di casa. Altro che assicurazioni dell’assessore Martorano sulla “missione” di Tinchi di tutela della salute dei cittadini per l’intero Metapontino. E, se ci fosse bisogno di ulteriore conferma, nei giorni scorsi abbiamo assistito alla chiusura dei servizi e delle prestazioni del laboratorio di analisi e a nuove polemiche riferite al Centro Dialisi. Per la gravità della situazione non c’è più tempo da perdere. Martorano farebbe bene a svestire i panni del “pompiere” che nei giorni scorsi ha assunto nel tentativo di “gettare acqua sul fuoco” quando ha esternato la “piena autonomia delle Aziende Sanitarie” utilizzando il Pssr, per convocare un tavolo con tutti i soggetti coinvolti e quelli competenti istituzionalmente e mettere una parola fine allo stillicidio di parole e atti contro Tinchi. Si tratta, in sostanza di tradurre in atti concreti il principio in base al quale, nel processo di rimodulazione dell’offerta di prestazioni assistenziali avviato dalla Asm, l’ospedale di Tinchi è destinato a rivestire una valenza strategica in risposta ai bisogni specifici della salute, in considerazione della posizione geografia nel territorio provinciale. Il primo atto atteso è il potenziamento del Centro Dialisi e l’avvio dei servizi di riabilitazione-fisioterapia facendo diventare operativa la piscina mai entrata in funzione. Non vorrei che Tinchi diventasse il primo dei piccoli ospedali lucani che invece di diventare strategico nell’erogazione dell’offerta assistenziale nei percorsi della fragilità, della cronicità, della prevenzione, della continuità assistenziale, dell’integrazione ospedale-territorio e del sistema dell’emergenza-urgenza, come è scritto nel Piano Regionale Salute, paghi la genericità delle enunciazioni contenute nello stesso Piano perché non seguite da “direttive operative”. Credo che sia altrettanto noto il mio impegno per l’aeroporto di Pisticci per il quale ho messo in guardia a proseguire inutili polemiche riferite al piano aeroporti del Ministro Passera che non è di ostacolo ai programmi che ci siamo dati per garantire l’operatività dello scalo di terzo livello, come per consentire la prosecuzione dell’attività del Tribunale di Pisticci. Sono dunque convinto che un franco dibattito davanti ai cittadini di Pisticci non sarebbe solo un segnale di democrazia ma anche l’occasione di impegni alla luce del sole che ciascun consigliere e partito assumerà e ai quali sarà chiamato al rispetto nei modi e nei tempi che il Consiglio individuerà.

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