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mercoledì 26 settembre 2012

CASA A LUCI ROSSE NEI SASSI.

OPERAZIONE “A.A.A.” DEI CARABINIERI DELLA COMPAGNIA DI MATERA: UN ARRESTO ED UNA DENUNCIA PER FAVOREGGIAMENTO DELLA PROSTITUZIONE.
A distanza di circa un anno dall’operazione “Mago di Oz”, i Carabinieri del Comando Compagnia di Matera concludono un’altra indagine finalizzata a reprimere il fenomeno della prostituzione in città. Questa volta il nome dato all’operazione è “A.A.A.”, ripreso dal titolo con cui vengono raggruppati sui quotidiani gli annunci delle persone che dietro sedicenti servizi di massaggi o accompagnamento per serate offrono in realtà ben altro genere di servizi. Èd è proprio da un’attenta analisi di queste inserzioni, pubblicate anche su siti on line dedicati a questo tipo di incontri, che è scaturita l’indagine dei Carabinieri di Matera. Nell’arco di pochi mesi i militari dell’Arma sono riusciti a documentare un continuo via vai di uomini nei pressi di un piccolo immobile situato nei Sassi, vicinissimo alla centrale Piazza Vittorio Veneto, dalle ore centrali della mattinata sino a tarda notte. Nonostante le difficoltà nell’appostarsi senza essere notati, dovute agli spazi limitati ed al passaggio frequente di persone e veicoli, i Carabinieri hanno ricostruito pazientemente l’organizzazione dell’attività di meretricio svolta all’interno dell’appartamento, evidenziando i cambi, anche settimanali, delle ragazze e dei transessuali che si avvicendavano nell’immobile, tutti di origini sudamericane, documentandone gli arrivi e le partenze, nonché quello che serviva al loro sostegno logistico (trasporto, alimenti, schede telefoniche, pubblicazione dell’annuncio su giornali e siti, ecc.). Al centro di questo business vi erano due persone nei confronti delle quali sono stati emessi i provvedimenti di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari: una ventenne della Repubblica Dominicana, attualmente ancora ricercata dai Carabinieri in quanto irreperibile, e Pugliese Filippo, classe 1965, di Santeramo in Colle (BA). Entrambi sono residenti a Santeramo e sino ad oggi erano incensurati. La dominicana, grazie alla funzione di garante offerta dal Pugliese, aveva ottenuto in locazione ad inizio 2011 l’appartamento; dopo averlo opportunamente allestito, a decorrere dal successivo mese di maggio, la giovane dominicana lo ha costantemente sublocato alle numerose ragazze succedutesi nel tempo a Matera, traendo assieme al Pugliese un personale notevole profitto consistente nella corresponsione di un elevato affitto, anche 500 euro a settimana, pagato dalle ospiti con i proventi del meretricio. Molte ragazze trovavano dunque nella coppia un vero e proprio referente territoriale capace di organizzare ogni aspetto e risolvere qualsivoglia problematica logistica al fine di consentire la prostituzione nella Città dei Sassi. Attività di prostituzione confermata anche da qualche cliente, la cui privacy è stata tutelata in toto, che intercettato dai Carabinieri ha riferito, tra il comprensibile imbarazzo, di aver effettivamente consumato rapporti sessuali a pagamento all’interno dell’immobile pagando cifre oscillanti da un minimo di 50 ad un massimo di 150 euro a prestazione. Oltre ai provvedimenti di custodia cautelare emessi, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Matera hanno dato esecuzione anche al sequestro preventivo dell’immobile richiesto dal Pubblico Ministero, Sostituto Procuratore Dott.ssa Rosanna Maria Defraia, e disposto dal G.I.P. del Tribunale di Matera, Dott.ssa Angela Rosa Nettis. L’appartamento, di 60 mq circa, ha un valore di 100.000 euro ed è stato colpito dal provvedimento cautelare reale, misura abbastanza insolita e generalmente destinata ad altre tipologie di reato, specie quelle di associazionismo a delinquere, poiché si ritiene che lasciarlo nella libera disponibilità possa aggravare o protrarre le conseguenze del reato stesso. Il proprietario dell’appartamento, un 67enne residente a Matera, è stato denunciato dai militari operanti poiché ne è stata acclarata la piena consapevolezza circa chi utilizzasse realmente l’appartamento e per quale vera finalità, in quanto pressoché quotidianamente si recava all’abitazione ed è quindi da escludere che non si fosse reso conto di cosa succedesse all’interno. Al momento dell’esecuzione del provvedimento sono state trovate all’interno dell’immobile due ragazze sudamericane da poco giunte in città. Per loro era già tutto organizzato, la chiave di ingresso era nella cassetta delle lettere in attesa delle nuove inquiline. Continuano le indagini del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Matera per la localizzazione sul territorio nazionale ed estero della cittadina dominicana attualmente irreperibile. Inoltre, proseguirà l’attività di contrasto ad un fenomeno, quello della prostituzione, che in città, sebbene non abbia la chiara visibilità di altri centri non consumandosi lungo le strade, risulta comunque in incremento atteso che diverse abitazioni vengono utilizzate per l’esercizio del mestiere più antico del mondo, spesso con la piena consapevolezza dei proprietari.
Carabinieri della Compagnia di Matera sono serviti meno di due mesi per ricostruire le reali attività che si celavano dietro la facciata di normale circolo privato adibito all’intrattenimento notturno adulto. Nel night club denominato “OZ”, infatti, i servizi offerti alla clientela non si limitavano a quelli pubblicizzati sul sito internet o sui numerosi volantini distribuiti (lap dance, champagneria, addii al celibato, spogliarelli), ma comprendevano anche la possibilità di consumare rapporti sessuali con le ragazze presenti all’interno. L’attività di indagine condotta dai militari dell’Arma ha consentito di appurare che, purtroppo, proprio la mercificazione del corpo femminile costituiva la principale ragione alla base della numerosa affluenza di clienti “soci” che, specie nel fine settimana, affollavano il locale sino alle prime ore della mattina. I promotori ed organizzatori dell’attività delittuosa erano due coppie, una materana, l’altra napoletana, con compiti ben ripartiti. La coppia materana metteva a disposizione un intero immobile di proprietà, utilizzando l’ampio locale semi-interrato per l’allestimento del night e delle sue varie sale, nonché alcuni appartamenti posti ai piani superiori destinati ad ospitare la coppia napoletana e le ragazze chiamate a lavorare per più giorni consecutivi. Appartamenti che tramite la scala interna consentivano un collegamento diretto con il night. Anche la coppia materana abitava in un appartamento della palazzina, fatto che consentiva ai conviventi di avere un controllo costante e diretto su ogni movimento di persone e mezzi che si svolgesse all’interno ed all’esterno del locale e che potesse interferire con l’attività illecita. Tale controllo era agevolato anche dall’installazione di alcune telecamere, in particolare quella ubicata all’ingresso principale del night che serviva a verificare in anticipo la presenza esterna di controlli da parte dei Carabinieri e consentire di eludere gli stessi nascondendo rapidamente ogni traccia e riferimento all’esercizio della prostituzione all’interno del locale. Alla coppia napoletana, spettava invece il compito di reclutare le ragazze. In particolare la donna, G.M. in arte “Ambra”, già gravata da specifici pregiudizi di polizia, sfruttando gli innumerevoli contatti a disposizione nell’ambiente, assurgeva al ruolo di maîtresse occupandosi non solo di selezionare e far giungere a Matera le ragazze provenienti da tutta Italia, ma anche di gestirne le attività all’interno del night, decidendo le tariffe e le tipologie di prestazione, i luoghi e le modalità per i rapporti sessuali, oltre a fornire loro gli “strumenti” per la consumazione degli stessi (profilattici ed oggettistica erotica). Alle ragazze, contattate con la proposta di venire impiegate in qualità di ballerine di lap dance ed intrattenitrici, giunte nella Città dei Sassi veniva chiesto di appartarsi e prostituirsi con i clienti nelle salette privé del night, opportunamente allestite allo scopo, o all’esterno, in strutture alberghiere o in macchina in località appartate. Proprio dal rifiuto a compiere atti sessuali espresso in modo categorico da una ragazza nigeriana residente a Padova ed il conseguente pestaggio subito ad opera di due degli arrestati, coadiuvati da altre ragazze del night, è nata l’indagine dei Carabinieri della Compagnia di Matera. Una pattuglia della Stazione Capoluogo, infatti, impiegata in servizio notturno di controllo del territorio finalizzato alla prevenzione di furti di autovetture, notò nei pressi della fermata centrale delle F.A.L., la ragazza nigeriana in evidente stato di paura ed agitazione, con le vesti in parte strappate e sanguinante. Prontamente soccorsa, vinta la reticenza a parlare poiché intimorita di ripercussioni da parte dei suoi aguzzini, la ragazza ha raccontato la vicenda ai militari. In seguito, gli stessi Carabinieri hanno provveduto a che la ragazza fosse opportunamente medicata, nutrita e vestita, e potesse lasciare senza rischi il Capoluogo per raggiungere una località sicura. Quelle dichiarazioni hanno costituito, una volta verificatane in via preventiva l’attendibilità, l’incipit all’attività investigativa, condotta unicamente con tecniche tradizionali di indagine basate su mirati controlli del territorio, pedinamenti ed osservazione protratti per ore, ricerca di ulteriori contatti con altre potenziali fonti testimoniali, affiancati da un incessante lavoro di analisi dei dati informativi, volti a ricostruire i movimenti, sull’intero territorio nazionale, i legami associativi e le relazioni personali intercorse con tutti quei soggetti interessati perché utili, a vario titolo, alla realizzazione del disegno criminoso. L’epilogo dell’attività giunge in data 01 luglio 2011, allorquando i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Matera eseguono tre ordinanze di custodia cautelare in carcere ed una in regime di arresti domiciliari nei confronti dei componenti le due coppie: F.P., anni 49, pregiudicato, S.A., anni 28, pregiudicato, G.M., anni 36, pregiudicata e F.B., anni 39, incensurata. I quattro arrestati sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento ed allo sfruttamento della prostituzione; al termine delle formalità di rito, sono stati associati presso le Case Circondariali di Matera e Potenza. Le perquisizioni condotte contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti emessi dal Tribunale di Matera – Ufficio G.I.P., estese a tutti i locali in uso, hanno consentito ai Carabinieri operanti di rinvenire documentazione ed oggettistica ulteriormente probante l’attività di meretricio, oltre a sei piante di marijuana coltivata in due vasi. L’operazione trae quindi il nome dal locale stesso, richiamando allo stesso tempo il celebre romanzo illustrato per ragazzi di Frank Baum del 1900. Purtroppo, nella realtà i Carabinieri si sono confrontati con una versione negativa del Mago di Oz: non il vecchietto disponibile ad aiutare la piccola Dorothy a far rientro alla sua fattoria in Kansas, bensì un gruppo di individui votato allo sfruttamento di ragazze in eguale stato di difficoltà.

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