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giovedì 27 settembre 2012

Il Consigliere Venezia, l’anagrafe pubblica delle attività degli eletti e il furto di verità, legalità e Stato di diritto.

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani.
Non posso che complimentarmi con il PDL lucano per aver deciso di far conoscere ai cittadini come è stato speso il contributo destinato al gruppo regionale. Ciò detto, devo nel contempo chiedermi come mai quello stesso PDL, che oggi si affretta a far conoscere i propri bilanci, non ha proferito verbo sulla mancata applicazione di articoli e commi importanti della legge n.32/2010 denominata “anagrafe pubblica delle attività degli eletti e degli amministratori”.
Al consigliere Venezia, poi, vorrei ricordare quanto ebbe ad affermare il 16 novembre 2010 in occasione del dibattito che portò all’approvazione della legge n.32: “è giusto che tutta l’attività del Consiglio e della Giunta venga resa pubblica e che ogni cittadino abbia il diritto di accedere a tutte le informazioni. Io mi riferisco all’articolo 3, Presidente, al comma g), “Dichiarazione dei redditi propri e del coniuge, se consenziente, e degli interessi finanziari relativi all’anno precedente l’assunzione dell’incarico”: mi sembra una sorta di “Grande Fratello”.” Tocca far presente al Consigliere che la pubblicazione e la facilità di accesso alle dichiarazioni dei redditi e degli interessi finanziari dei consiglieri regionali, anche quelle relative all’anno precedente all’assunzione dell’incarico, non è affatto un provvedimento da “Grande Fratello”, ma ha una sua ratio che evidentemente il buon Venezia non ha saputo cogliere. Tanto per essere chiari da questa dichiarazione si potrebbero acquisire informazioni su eventuali pacchetti azionari, partecipazioni e quant’altro. Cose legittime - per carità - ma che è opportuno, nel momento in cui si assume una carica pubblica, far conoscere e divulgare. Allo stesso Venezia, inoltre, suggerisco una attenta lettura della legge 441/1982. La verità è che in questi anni, anziché dar corso a provvedimenti tesi ad onorare l’einaudiano diritto a poter conoscere per deliberare, tutti hanno preferito garantirsi un poco opportuno tasso di opacità. Al PDL dico che se davvero vuol dare pienamente corpo a un dato di trasparenza, dovrebbe pubblicare anche ricevute, fatture e scontrini e nel contempo adoperarsi per contribuire ad una piena e rapida applicazione della legge regionale n.32/2010 e magari a una sua modifica ispirata al deliberato che avevamo proposto fin dal 2007. Leggo di proposte tese a ridurre il numero di consiglieri, che più che far realizzare un risparmio determinerebbero un ulteriore rafforzamento di un sistema già fin troppo oligarchico. Nelle regionali del 2000 i candidati Governatori della Lista Bonino-Pannella proponevano una riforma americana delle Regioni. Proponevamo, allora come oggi, un sistema elettorale uninominale maggioritario anglosassone. E allora come oggi eravamo a favore dell’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. C’è da prendere atto che nessuno, ma proprio nessuno vuole parlare del problema vero, cioè dell’assenza di democrazia e Stato di diritto che stanno soffocando questo Paese. Oggi in Italia c’è “democrazia reale”, così come un tempo riferendosi ai Paesi comunisti si parlava di “socialismo reale”. Il furto più grave che si consuma quotidianamente è il furto di verità, di legalità e di democrazia, che va a sostanziarsi in un reiterato attentato ai diritti civili e politici dei cittadini italiani che nessuna Procura ha mai voluto contestare.

P.S.
Al Consigliere Venezia chiedo di nuovo se per caso non ci sia una qualche incompatibilità tra il ruolo che ricopre in una clinica pugliese e quello di consigliere regionale.

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