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martedì 23 marzo 2010

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Lettera a Francesco Rutelli o ad un Partito nato “vecchio”

Pochi mesi fa ho intrapreso una nuova avventura politica alla ricerca di democrazia e partecipazione,. Ho assistito alla nascita di Alleanza per l’Italia , il nuovo Partito fondato da Francesco Rutelli e da Bruno Tabacci, il cui testamento apocrifo è costituito dal libro “La Svolta” di Rutelli e il cui “Vangelo” del “Non Leaderismo” pronunciato, ma mai scritto, è di Tabacci.. Ho condiviso e condivido ancora il progetto mirato allo sgretolamento del bipolarismo e il sogno della costituzione del grande centro. Ho condiviso le affermazioni di storica memoria “democraticocristiana”, di potenziamento delle forme di partecipazione e di decisioni della “Base”, le stesse che senza pudore vengono recitate nello spot elettore. Sono bastati pochi giorni però, quelli trascorsi da Parma a Napoli, per capire che c’ era qualcosa di sbagliato. A Parma ho sentito le affermazioni di cui sopra, e mi sono entusiasmato. A Napoli ho sentito Rutelli che “nominava” l’Assessore Regionale della Basilicata, due mesi prima della campagna elettorale e senza ancora sapere di poter avere l’onore di sedersi al “Tavolo” del Centrosinistra lucano. Nominava suo Valvassore la donna “nuova” della politica in Basilicata, tanto brava e tanto lontana da questa terra da non poter essere candidata perché magari capace di portare risorse economiche ma non voti, la signora Wilma Mazzocco. Io che venivo dall’Udeur di Mastella e di Nigro Carmine, ho imparato, a mie spese e a spese di tutto il partito dei sopravvissuti all’Udeur dei Popolari Uniti, cosa significa avere per compagno di viaggio inaspettato una donna “amica” del leader, ho cominciato a capire che mi trovavo di nuovo nel Partito sbagliato con i “Capi”sbagliati. Sbagliati perché per discendenza divina magari lo sono, ma che per vizi terreni si sentono invece “padroni”. Un “Capo”, lo si può riconoscere anche solo perché è più anziano o perché è più bravo sotto i più svariati aspetti della politica, soprattutto nell’ arte dei tradimenti, ma un padrone mai. Se quindi, qualcuno abbruttito dall’esercizio del potere, pensa di esserlo diventato, lo si può subire una volta, due, poi gli si lascia comprare i partiti, perché è in grado di pagare le tessere o gli affitti delle Sezioni, e lo si manda alla Regione di nuovo, magari a raggiungere qualche sua degna conoscenza. Tornando all’oggetto originario di questa mia esternazione, l’API, anch’io ho voluto scrivere una lettera, come ha fatto Rutelli. Io però, l’ho scritta ad un partito “nato Vecchio”. Vecchio perchè nasce dalle decisioni prese nelle stanze romane, si affida ai vecchi protagonisti della politica della Regione Basilicata che dallo stesso Centrosinistra sono ritenuti superati o “scomodi” tanto da non affidargli incarichi pure promessi, perchè si caratterizza subito per i tradimenti e per la vigliaccheria come è abitudine di qualcuno che conosco bene e come chi ha preso la decisione del tradimento perpetrato ai danni dell’onesto Roberto Falotico, sedotto , abbandonato e sacrificato sull’altare per i veti di un PD tanto forte in Basilicata quanto arrogante e prepotente. Addio Rutelli e Tabacci, faccio ammenda, ho commesso l’ ennesimo errore, mi sono fidato, ho inseguito ancora una chimera, quella che mi ha portato per anni a credere che nei piccoli partiti ci potesse essere più libertà e partecipazione. Non avevo capito niente. Ora so che è nei partitini che si rifugiano i padroncini, quelli che hanno imparato bene a galleggiare e a campare di politica. Perciò, ora che ancora sono sulla soglia, le comunico che non entro nella sua “casetta” perchè, già da queste prime avvisaglie, si capisce che non sarà un’ arnia ma una tana e …mi permetto di darle un consiglio: ristampi il libro, cambi il titolo, “La Giravolta” è più adatto.

FIRMATO Ins. Giuseppe Filippo

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