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giovedì 18 settembre 2014

“LA RABBIA E L’URLO”

di Francesco Nigro, Presidente del Comitato Civico per Gorgoglione.
Prendo a prestito un titolo che bene si adatta a ribattere il grido BASTA!!! già illustrato alle pagine centrali del calendario 2014 e che non ascoltato da chi di dovere continua a far diventare la Basilicata sempre più una pattumiera. Questo è tratto dall’opera dello scultore campano, prof. G. Martignetti, che donò nel 2013 a Montalbano J. tre sculture ispirate alla tragedia di extracomunitari vittime nel mare nostrum. Una: “La rabbia e l’urlo” si trova in Piazza Vittoria del paese materano ed è quella che ha suscitato in me stupore.
Complice la breve didascalia ho visto raffigurati, immolati al cielo del dio denaro, i nostri figli. Così rifletto e scrivo il 12 settembre 2014 giorno in cui alle ore16.00 circa a Milano, divento nonno per la seconda volta.
Continuo il mio articolo con una citazione di Laura Rodrighez: “Bisogna impegnarsi per guardare i giovani in modo diverso, smetterla di considerarli sospetti. Stabilire una relazione di rispetto con loro, comprendere che non hanno contribuito in nulla a creare la società che ora li sfavorisce tanto”. Questa menzione è posta in copertina di uno dei fascicoli del Comitato nel 2003 in occasione della seconda richiesta di aiuto a “Radio a Colori” di O. Beha. Gli stessi, unitamente a 15 anni di calendari e 12 di pieghevoli primaverili compongono: “dal 1999 Una Vicenda Singolare” quella in cui ci occupiamo di Salvaguardia della Memoria Storico-Culturale e Ambientale della NOSTRA TERRA. Ovviamente l’impegno è gratuito come l’opera di Martignetti, in fede a quanto afferma il grande Giambattista Guarini in “NOI POPOLO LUCANO”, il quale scrive in buona sostanza, che chi adopera la cultura per trarre profitto personale commette il reato del lenone, cioè del pappone o magnaccio che dir si voglia.
Tutto questo mi è parso rilevare in diverse manifestazioni anche culturali dell’estate lucana appena terminata, nella quale si è bruciato fiumi di denaro in spettacoli pirotecnici e altre distrazioni in contrapposizione ai valori della Civiltà Contadina e allo stile di vita del più grande Gorgoglionese: padre G. De Rosa S.J..
In osservanza all’antico luogo comune “PANEM ET CIRCENSES si è costruito un sistema in cui chi non sottostà allo schema appositamente instaurato dal potere, non trova spazio alcuno per dire le cose, vedendosi costretto a crearselo se ne possiede gli attributi e se comunque gli rimane la voglia di parlare…
Allorchè accade che, chi crea movimento di pensiero alternativo a questo sistema, viene
deriso e osteggiato. A Gorgoglione ad esempio per una serata di poesie dialettali che due componenti della Pro Loco non hanno voluto recepire, ma che in più occasioni si è caparbiamente svolta nei rioni, e, quando la si è voluta più ufficiale con relativi permessi nella fattibilità… E’ stata avversata. Non ci è stato concesso, ad esempio, il megafono delle processioni per informare la popolazione dell’evento. In passato, lo stesso megafono, ci era stato permesso utilizzare da un sacerdote che in pochi anni aveva creato entusiasmo inusuale, facendo rivivere i giovani e gli anziani della Parrocchia. Oggi… Dei benefici di questo prete il paese non può più godere!!! Per sopperire e informare ho dovuto reinventarmi l’antico mestiere del BANDITORE.
Pare un sistema abile nel distruggere fantasiose iniziative di cui pure si sente forte il bisogno. Majakovskij scrisse: “La fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà”… Ma forse neppure coloro che lo avevano colorato in rosso sulla lamiera che arginava a mò di Jazzo il decretato abbattimento di case in P.zza Zanardelli a Gorgoglione (che non fu operato proprio per l’intervento ostativo del Comitato) non ci credono più. Allo stesso modo si è voluto far fallire la partecipazione ad una manifestazione contro il centro oli a Tempa Rossa, promossa per domenica, 24 agosto. Doveva essere una fantastica coreografia tutta a trazione animale; con due carri trainati da buoi in testa al corteo di cui avevamo disponibilità all’utilizzo. Il tutto per ovviare ad altro fabbisogno di energia da produrre. Dalla sera alla mattina i proprietari delle pariglie sono stati plagiati, ma noi del Comitato lo sapevamo già che sarebbe accaduto; non a caso l’auto LUPO LUCANA era già stata allestita per l’Azione e nonostante tutto, in pochi ma buoni, abbiamo reso onore al nostro intento con risultato dall’aria donchisciottesca. Mi sono chiesto dove erano tutti coloro che spesso sostenevano verbalmente propositi inetti e che al momento di agire si scoprivano vigliacchi…
Così non è stato a Senise, il 22 agosto in una serata, dove ho conosciuto la giovane Di Sanzo, mamma da pochi mesi, che come una Giovanna D’Arco, si batte contro una serie di discariche che pendono come una spada di Damocle sull’invaso di M. Cotugno che serve di risorsa idrica anche la Puglia… Quindi sulla salute di molti… Coalizzando attorno al suo di Senise altri Comitati dei paesi circostanti. Il tutto contro le volontà di Palazzo. Nell’occasione, per partecipare alla quale ho dovuto delegare alla prof. Maria Cera il Comitato alla presentazione del libro “Quando il buio non ci spaventa” del gorgoglionese non vedente avv. Mario Gagliardi, ho avuto il piacere di incontrare colleghi quali: l’ing. Pino Rondinelli, il prof. Ferdinando Laghi e il Maestro V. Chiorazzo, validi supporti nella stesura del calendario: “Lucani di un Tempo” e del pieghevole di Pasqua 2010. Ad ascoltarci nei relativi interventi, una P.zza V. Emanuele gremita all’inverosimile con alcuni immancabili disturbatori assoldati, come sempre accade anche a Gorgoglione… Ma non sono soli in cattiva compagnia i Comuni intorno alla diga di Senise perché nella Valle del Sauro i tre punti sensibili di ALLARME ambientale: 1) Il centro oli Tempa Rossa che avanza galoppando a spron battuto, 2) della discarica Semataf di Guardia P. è stato decretato dal Governatore Pittella, in assenza dell’Ass. all’ambiente A. Berlinguer, il triplicamento, quasi, della capacità ricettiva di rifiuti e 3) la centrale a bio-masse di Acinello si farà. Così ha deciso il T.A.R., nonostante 4 anni di allerta sui tre citati punti additati nei retro copertina dei nostri calendari, perché pericolosi.
Dulcis in fundo: ho dovuto anticipare il mio rientro a Rosate dal paese, dove seguo anche un progetto ambizioso (che promuove la tipica lavorazione della pietra locale) per dare degna sepoltura ai genitori contadini, miei e della consorte nel Cimitero di Montebuono… per stare vicino alla mia terzogenita 25enne vittima di un momento di buio psicologico, causato proprio da questa società bacata che stiamo costruendo. Oggi 17 settembre è uno dei più belli anniversari tra i miei 62 perché questa figlia torna a casa.
Prometto che il mio impegno quindi nel plasmarla questa società, non dovrà mai venir meno, sempre in fede all’Attivista cilena di cui sopra (1957-1992) che scrisse: “Io non sono i miei limiti, quando morirò moriranno i miei limiti, se il mio corpo smettesse di funzionare, perché non potrei continuare ad essere io”? In conclusione, il brano di V. A. giovane autore gorgoglionese, conosciuto proprio durante questa estate: “Luna e Calanchi”. Il vento freddo d’estate. / Sento vibrare / fragile la terra. / Terremoti di suoni. / Profumi. / E una ragazza bruna. / Si dimena il demone, / batte i piedi sulla pietra / la prepara a nuovi peccati, / grazie a Dio / Sento l’acqua dei cupa cupa, / come fosse santa / sbattermi sulla fronte, / il lamento dei tamburi / violentarmi forte, oltre la morte. / Non c’è dove scappare. / Le strade franano, / i dirupi spaventano, / il cielo è lontano. / Tutto crolla. / E immobile, ubriaco, / Aspetto ancora Cristo.
                                                

                                                  

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