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lunedì 5 luglio 2010









ANCHE I GIOVANI IMPRENDITORI AGRICOLI LUCANI AL VALICO BRENNERO PER DIFENDERE IL VERO MADE IN ITALY

Domani, Martedì 6 luglio, a partire dalla mattina, una numerosa rappresentanza di giovani imprenditori agricoli lucani guidati dai dirigenti di Coldiretti Basilicata, insieme a coltivatori e allevatori provenienti da tutte le regioni d’Italia, presidierà il valico del Brennero per difendere il “Made in Italy”. Dopo l’ennesimo scandalo alimentare della mozzarella blu contaminata, prodotta in Germania e venduta in Europa con nomi Italiani, di fronte ai ritardi dell’Unione Europea nel rendere obbligatoria l’indicazione di origine degli alimenti e a sostegno delle iniziative di legge nazionali, Coldiretti scende in campo per tutelare e dare voce a consumatori e coltivatori che chiedono di fare definitivamente chiarezza sull’origine dei prodotti. La mobilitazione, condotta dal presidente della Coldiretti Nazionale Sergio Marini, ha come obiettivo quello di smascherare il “Finto Made in Italy”. Dal valico Brennero, infatti, non solo giungono in Italia miliardi di litri di latte, cagliate e polveri, ma anche decine di migliaia di cosce di maiale per fare prosciutti, pomodori e altri prodotti destinati a finire sulla tavola senza alcuna informazione per i consumatori e come se non bastasse, usurpando il marchio Made in Italy, garanzia, di qualità e sicurezza alimentare. Per questo motivo anche i giovani imprenditori lucani, presiederanno la frontiera per individuare i camion che trasportano tutti quei prodotti stranieri di bassa qualità e che vengono spacciati per produzioni italiane, da qui li seguiranno fino a destinazione per smascherare il giro del falso che danneggia la nostra agricoltura ed imbroglia i consumatori. È indispensabile – ha affermato la delegata di Giovani Impresa di Coldiretti Basilicata, l’imprenditrice agricola Maria Panetta - combattere per porre fine al furto d’identità e di valore dell’agricoltura italiana che sta impoverendo le nostre aziende a scapito anche dei consumatori, ingannati e frodati da avvoltoi votati solo alla logica del denaro. Noi giovani imprenditori agricoli lucani, forti della qualità e della bontà dei prodotti della nostra terra, abbiamo puntato sulla ripresa del settore agroalimentare in Basilicata ma siamo coscienti che la concorrenza sleale del “falso Made in Italy” tarpa le ali alle nostre giovani imprese. Attraverso queste manifestazioni, chiediamo solo che ci vengano forniti coi fatti gli strumenti per essere competitivi sul mercato. Un’etichettatura chiara e dettagliata, che specifichi anche l’origine delle materie prime dei prodotti, è sia un diritto di noi produttori sia una garanzia per la salute dei consumatori. La qualità è un’arma su cui le nostre giovani aziende devono poter puntar; per crescere quindi non può e non deve essere contraffatta.

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