

All’Università di Bologna una tesi di laurea sull’autore montalbanese Vincenzo MAIDA.
Verrà discussa presso il DAMS dell’Università di Bologna dalla neo-laureanda Federica Palermo di Tursi, agli inizi del mese di Marzo, una tesi di laurea, in preparazione dalla scorsa estate, sull’attività drammaturgica di Vincenzo Maida. Alla studentessa tursitana l’idea di strutturare la tesi per la sua laurea sui testi teatrali di Maida e sulla conseguente produzione degli spettacoli da parte dell’HermesTeatrolaboratorio di Matera, presidente Emilia Fortunata, direttore artistico Emilio Andrisani, le venne dopo aver visto lo spettacolo Teorema dell’essenza dedicato a Pitagora nello scenario suggestivo del Tempio di Apollo Licio a Metaponto e poi una delle numerose repliche tra le grotte della Rabatana. Il testo dell’opera teatrale di Maida lo propose al prof. Gerardo Guccini che fece leggere alcuni bravi agli studenti nell’aula universitaria ed insieme concordano di sviluppare la tesi sull’autore teatrale montalbanese. Il prof. Gerardo Guccini è docente di Storia del teatro e dello spettacolo al Dams di Bologna. Ha fondato con Claudio Meldolesi il semestrale Prove di drammaturgia, e collaborato alla drammaturgia di diversi spettacoli fra cui “Vajont” di Marco Paolini. Ha pubblicato articoli su numerose riviste fra cui Biblioteca teatrale, Quaderni di Teatro, Teatro e festival, Teatro e Storia, II castello di Elsinore, Il Giornale della Musica, e sui quaderni di sala del Teatro alla Scala di Milano, del Teatro dell’Opera di Roma e del Teatro Regio di Torino. Fra le sue pubblicazioni: Il “Mefistofele” di Arrigo Boito (1998), Tecniche della rappresentazione e storiografìa (1992), Stabat Mater. Viaggio alle fonti del “teatro di narrazione” (2004), La bottega dei narratori. Storie, laboratori e metodi Marco Baliani, Ascanio Celestini, Laura Curino, Marco Paolini, Gabriele Vacis (2005).
La tesi comprende la biografia dell’autore lucano, un commento critico a tutte le opere, la contaminazione tra giornalismo d’inchiesta e drammaturgia d’inchiesta, evidenziata soprattutto nel testo Scorie e Cicorie show, il rapporto con l’HermesTeatroLaboratorio di Matera che ha portato in scena tutti i testi teatrali di Maida, la storia ormai trentennale dell’attività della compagnia, il modo di allestire gli spettacoli, la regia, la scenografia. Un’ accento particolare viene posto all’originalità del teatro di Vincenzo Maida che vuole porsi oltre il “teatro borghese” che si strutturò dopo che non solo Verga e Capuana ma molti altri autori di teatro nella seconda metà dell’800 tentarono di rappresentare fedelmente la realtà. Pier paolo Pasolini nel suo manifesto del 1968 per un nuovo teatro sostenne essere questo il “teatro della chiacchiera”, espressione coniata da Moravia. E si spinse ad affermare che anche quello della denuncia emerso negli anni ’60 e ’70, “del gesto e delle urla”, appartenesse allo stesso mondo borghese e quindi propose il teatro della parola. Il primo era ormai finito con l’ultimo tentativo di Bertolt Brecht di riformarsi dall’interno ed il secondo di fatto volendo rompere gli schemi del primo, compiva il tentativo impossibile e velleitario di ricollegare il teatro ad una religiosità pagana o comunque ad una ritualità orgiastica, “liberatoria”, rispetto alla quale non vi erano collegamenti autentici e riferimenti alti, finiva quindi nel suo fallimento per riproporsi come puro rito teatrale, come spettacolo fine a se stesso, come autocompiacimento, finendo così per essere l’altra faccia del teatro borghese, cioè di un’unica medaglia. Considerazioni queste che sono ancora oggi di grande attualità. Con quello che lui definiva teatro della parola dovevano scomparire i costumi, la scenografia, insomma rimanere solo l’attore posto di fronte al pubblico che fa delle idee e della parola l’unico strumento di rappresentazione. E’ l’intellettuale organico che deve acculturare ed emancipare le masse. La proposta teatrale di Vincenzo Maida si pone in modo originale e suggerisce una forma di teatro popolare, tutti gli spettacoli, infatti, da oltre dieci anni vengono rappresentati nelle piazze centrali dei paesi o comunque in luoghi aperti, tentando di restituire al teatro la sua funzione originaria. Il teatro appunto nasce in Grecia e si evolve in Magna Grecia assolvendo ad una importante funzione comunitaria e sociale di civiltà. Era il luogo di incontro dove condividere storie e passioni. I testi poi sono ispirati dalla micro-storia locale, ma allargano l’orizzonte ai temi di carattere universale. Rachele Cassano 1799, Preti e Briganti, Scorie e Cicorie show, Una Terra nell’anima, La Castellana, Teorema dell’essenza, Il Campanello d’oro, Il ’68 ed in preparazione Pietre e Petrolio sono le opere che vengono passate in rassegna nella tesi che si chiude poi con una intervista all’autore. Si tratta- ha dichiarato Vincenzo Maida- di un importante riconoscimento che consente alla nostra Regione di essere meglio conosciuta anche attraverso la drammaturgia. In Basilicata gli autori di teatro iscritti alla SIAE possono contarsi sulle dita di una sola mano, ma ognuno attraverso strade differenti è riuscito a dare alla sua attività un respiro nazionale”.
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