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martedì 12 aprile 2016

Pisticci: Esternalizzazione del Servizio di Igiene Pubblica: i falsi miti.

logo carta intestata3.jpg“(…) Nella vita politica l'attività fantastica deve essere illuminata da una forza morale: la simpatia umana; ed è aduggiata dal dilettantismo, cosi come fra gli scienziati. Dilettantismo che è in questo caso mancanza di profondità spirituale, mancanza di sentimento, mancanza di simpatia umana. (…)

(Antonio Gramsci)


I cavalieri duri e puri, lancia in resta, indirizzano l’ennesimo attacco, purchessia, all’amministrazione comunale. Oggetto del contendere è, questa volta, è la gestione del servizio di Igiene Urbana e affermano che i nostri si pongono “come obiettivo urgente e necessario un ritorno alla gestione pubblica dei servizi”. Bene, diciamo subito che in linea di principio siamo d’accordo; la nostra formazione politica e culturale, infatti, ci porta a prediligere il pubblico rispetto al privato, soprattutto in alcuni settori anche in ragione del principio enunciato (veterocomunista?) secondo cui il pubblico non pone alla base il profitto ma la qualità del servizio. Ed è proprio in ossequio a questo principio che abbiamo percorso tutte le vie possibili nel tentativo di mantenere la gestione diretta della Raccolta di RSU, anche provando a sensibilizzare i lavoratori affinché si costituissero in cooperativa. Alla fine, considerando il numero esiguo dei dipendenti comunali rimasti in organico, l’impossibilità a ricorrere a nuove assunzioni o di poter stabilizzare i Lavoratori Socialmente Utili e il divieto di costituire società municipalizzate, abbiamo dovuto optare per l’esternalizzazione del servizio come avviene, per gli stessi motivi, nella stragrande maggioranza dei comuni italiani e come avviene in tutti i comuni contermini. Informiamo i nostri che la medesima cosa avviene nei diciassette comuni (anzi quindici, se escludiamo Quarto e Comacchio dove i sindaci sono stati democraticamente espulsi dall’esercito dei duri e puri) amministrati da colleghi dei nostri prodi cavalieri dove, guarda un po’, si verificano gli stessi inconvenienti riscontrabili altrove, soprattutto nella fase dell’avvio della raccolta porta a porta e dove, udite udite, i cittadini lamentano disfunzioni anche gravi e pagano il servizio che, nella quasi totalità dei casi, è ben più caro rispetto a Pisticci. Questo nonostante abbiano un territorio quasi sempre molto meno esteso, una dimensione demografica superiore e, conseguentemente, un maggiore presidio del territorio. Come dire, passata la campagna elettorale, tutto il mondo è paese, i problemi sono gli stessi, con stessi tentativi di soluzioni che non sempre danno in frutti sperati e nei tempi previsti. Chi amministra lo sa bene anche quando sul campanile garrisce la fulgida bandiera dei duri e puri. Parlare, quindi, di risultati disastrosi a pochissimo tempo dell’avvenuta esternalizzazione del Servizio di Igiene Urbana a Pisticci, è prematuro considerando anche le particolari problematiche che interessano la gestione complessiva dei rifiuti dell’intera regione la cui competenza, non deve sfuggire, è provinciale e regionale. Siamo convinti che, superata la fase iniziale e risolti i problemi dei flussi, Pisticci avrà un modello di raccolta differenziata porta a porta efficace che consentirà le quote previste di rifiuti differenziati anche grazie all’indispensabile collaborazione dei cittadini e dei cavalieri di ogni contrada.
Si badi che il Servizio di Igiene Urbana prevede, oltre alla raccolta e trasporto dei RSU, una serie di servizi tra cui: lo spazzamento delle sedi stradali nelle zone abitate, il ritiro dei rifiuti nelle aree dei mercati, il lavaggio e il diserbo stradale nei centri abitati, la pulizia di cunette e canali di scolo dei centri abitati, il recupero del materiale ferroso, di altri tipi di ingombranti e dei RAEE, della pulizia delle spiagge e delle disinfestazioni. Il bando di esternalizzazione prevedeva che il 70% della forza lavoro necessaria all’espletamento del servizio dovesse essere costituita dai lavoratori che garantivano il servizio per conto del comune. Fatti due semplici conti, a tutti i lavoratori precari era assicurato il passaggio e la stabilizzazione alle dipendenze dell’impresa appaltatrice: un miglioramento rispetto al rapporto precario in essere con il comune. Naturalmente ogni lavoratore può compire la scelta che ritiene più opportuna, ma certo è che l’Amministrazione si è premurata di tutelarli in ogni fase delle trattative con l’impresa e i sindacati. Non ci piace dare giudizi sull’operato delle altre amministrazioni che agiscono tenendo conto della propria realtà, certo le cose non sono esattamente come raccontate perché anche a Policoro la Raccolta dei RSU è affidata a un’impresa privata. Il comune commercializza direttamente la quota differenziata ma sostiene i costi del conferimento in discarica dell’indifferenziato. Noi abbiamo previsto delle penali per il gestore qualora non si dovessero raggiungere gli obiettivi previsti nel capitolato d’appalto. Questa è la storia vera o donne e audaci cavalieri. Noi, più modestamente, noi siamo fallibili ma non codardi e mai ci trinceriamo in vantaggi o convenienze, semplicemente ci misuriamo in singolar tenzone ogni giornata evitando, quando ci riusciamo, le imboscate della sorte, e dei cavalieri duri e puri.

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