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martedì 12 aprile 2016

REFERENDUM TRIVELLE E "PETROLGATE"

Da tempo esiste la convinzione che la questione energetica possa essere considerata lo strumento dello sviluppo della penisola e del Mezzogiorno. Convinzione che ha solcato in maniera pragmatica il nostro territorio , dai tempi del businness delle centrali elettriche a combustibile fossile fino agli attuali risvolti delle lobby petrolifere. Noi, invece, siamo convinti, che dal 17 aprile in poi il paese dovrà pensare definitivamente ad un rilancio economico che passa solo attraverso una politica energetica sostenibile ed attenta all'ambiente, alla vita e al territorio, specie di quello lucano. Chi le trivelle le vuole, se le facesse costruire a casa propria!
La nostra è la storia di un mare pulito e di una terra generosa. Per questo motivo siamo sempre stati attenti alle questioni ambientali e pronti ad attivarci istituzionalmente anche contro le trivelle. In effetti mentre in molti, presi da una ecolalia elettorale, inneggiano al "Petrolgate" nelle piazze, noi abbiamo affrontato la questione direttamente in Consiglio Comunale. Il 7 novembre 2015, infatti, fu convocato nella sede della delegazione comunale di Marconia, un consiglio comunale "aperto" per discutere della "attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi nel Mar Jonio". In quella occasione infatti, come da stenotipia e registrazione radiofonica, amministratori locali, sindaci e consiglieri regionali del Metapontino furono invitati a discutere ed esprimersi sulla questione (si veda nota di convocazione del Consiglio Comunale). Unanimemente il Consiglio Comunale esprimeva la propria opposizione alla attività di ricerca ed estrazione in mare. Nel silenzio dei consiglieri comunali di maggioranza, noi, invece, abbiamo preteso che il pensiero politico diventasse azione e che il consiglio comunale trasformasse la mera discussione in una vera e propria deliberazione. Nei fatti, unitamente al collega Rago, richiedemmo al sindaco l'applicazione del potere di ordinanza e dunque, seguendo il tanto osannato principio europeo di precauzione, l'emissione di una ordinanza contingibile che vietasse le attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi sulla costa pisticcese ancor prima dell'imminente referendum. Ordinanze poste in essere coraggiosamente dal Comune di Scanzano e probabilmente dal Comune di Trebisacce nella vicina Calabria. Sebbene il Consiglio Comunale, cosi come da deliberazione nr. 39 del 7 novembre 2015 (albo pretorio comunale on line), deliberasse al punto 5) di dare mandato ai sindaci di emettere ordinanze sindacali, ad oggi al protocollo comunale non è possibile reperire alcun provvedimento amministrativo che vada nella direzione di un divieto di condurre attività di ricerca ed estrazione sulla costa pisticcese (ordinanza contingibile del sindaco). Tralasciando la sterile polemica politica che non appartiene al nostro modus operandi e che poco giova alla risoluzione dei problemi della comunità, prendiamo atto, invece, della leggerezza con la quale, oggi, chi cavalca l'onda mediatica dal "petrolgate" per meri fini elettorali, in tempi non sospetti, non ha voluto assumersi precise responsabilità (ordinanze) disattendendo i contenuti della delibera di consiglio comunale (nr. 39 del 7 novembre 2015) da lui stessa votata. E allora? Siamo uomini e padri di famiglia, dobbiamo lottare per garantire un futuro alle nuove generazioni e tale prerogativa non può che passare dal rispetto incondizionato dell'ambiente e della salute. Il territorio è "sacro" : più che diventare una landa desertificata, la nostra terra deve ritornare ad essere un giardino abitato. Per questo noi preferiremo sempre l'azione alla sterile discussione. E' tempo di agire! Invitiamo i cittadini ed i nostri sostenitori a dare un segno, recandosi nei seggi elettorali ed esprimendo il loro "SI". Quello che tutti insieme decideremo il 17 aprile è l'eredità che il nostro tempo lascerà al futuro dei nostri figli. Votiamo SI.

Consigliere Dr. Vito Daniele Pelazza
Gruppo UDC- Pisticci

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