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lunedì 1 settembre 2014

Renzi : assurdo rinunciare al petrolio della Basilicata

La risposta di Legambiente Basilicata: “Serve un disegno lungimirante e innovativo, capace di costruire intorno al risparmio di materia ed energia, intorno alla rigenerazione urbana, alla riduzione della dipendenza dal fossile, un’economia low carbon che porti l’Italia fuori dalla recessione. Il no al petrolio non è solo una fissa degli ambientalisti ma la condizione necessaria per avviare anche nel nostro Paese una vera rivoluzione energetica”.

Ci pare proprio assurdo ed anacronistico e rispondente solo agli interessi delle lobby petrolifere insistere con le estrazioni di idrocarburi in Italia, che vuol poi dire in Basilicata, visto che è qui che si concentra la quasi totalità delle produzioni di greggio nostrane. Il Premier Renzi continua invece ad insistere e a fare immaginare un futuro radioso e petrolifero per la nostra terra. Arriva tardi per la favola della sera. Ci avevano già pensato in tanti venti anni fa, da destra e da sinistra, ad affannarsi a spiegarci come l’opzione petrolifera era l’ultima opportunità di crescita e di sviluppo per la Basilicata. La storia è andata, come ampiamente prevedibile e previsto, in un'altra direzione con i dati macro e microeconomici, in Basilicata ed in particolare in Val d’Agri, e tutti gli indicatori demografici che ci restituiscono una fotografia di una Basilicata che non ha tratto alcun benefico, economico e sociale, dall’avventura petrolifera. Siamo contrari e rimaniamo contrari anche di fronte a promesse mirabolanti su aumenti delle royalties e nuovi miracoli economici per la Basilicata a nuove ipotesi di estrazioni di idrocarburi. Siamo alle prese tutti i giorni con i problemi che crea questa pesante attività industriale che non vogliamo nemmeno immaginare i guasti che potrebbe provocare l’incremento dell’attività. Il no al petrolio non è solo una fissa degli ambientalisti, come sostiene il presidente Renzi, ma la condizione necessaria per avviare anche nel nostro Paese una rivoluzione energetica, garantendo uno sviluppo futuro, anche sul piano economico, sicuramente molto più sostenibile e duraturo. Già un mese fa intervenendo sul tema il presidente Renzi ci voleva convincere che il raddoppio della produzione di petrolio in Basilicata avrebbe dato lavoro a 40 mila persone. Peccato che l’Eni nel suo “local report 2013” dichiara, secondo noi sempre in maniera un po’ “ottimistica”, 348 occupati diretti nel distretto meridionale e 2.533 occupati indiretti. Se fosse vero, ma non lo è, che il raddoppio della produzione porterà un raddoppio degli occupati ecco che al più avremo poco più di 2.500 nuovi occupati. Se i conti si fanno così i problemi del lavoro in Italia il governo li risolverà in qualche settimana. Continuare a rilanciare l’estrazione di idrocarburi è solo il risultato di una strategia insensata che non garantisce nessun futuro energetico per il nostro Paese.

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