
Continua la lotta per il diritto alla salute. Quella per l’eliminazione dell’amianto è una parte non secondaria di essa: parlamentari, associazioni, magistrati, avvocati ed esperti tecnici discuteranno di giustizia, di procedimenti penali, civili e amministrativi. Molti sono i processi aperti in diverse regioni d’Italia, ma non in tutte, nonostante il problema amianto sia presente in modo generalizzato (30 milioni di tonnellate); le industrie che l’hanno trattato hanno diffuso la sua polvere mortifera fra i lavoratori addetti, i loro famigliari e i cittadini più vicini (per amianto si stimano 4.000 morti ogni anno). La Conferenza nazionale (governativa) del novembre 2012 è entrata nel merito ed ha sancito un Piano Nazionale Amianto abbastanza comprensivo e completo. Tale Piano è rimasto sulla carta. Anche i disegni di legge presentati in Parlamento non hanno trovato sbocco. Grandi difficoltà trovano gli ex esposti che sono stati colpiti da malattie professionali ad essere riconosciuti dall’INAIL e/o ad essere risarciti dall’INPS per ciò che attiene alle provvidenze sociali. La gran parte di quelli che sono chiamati siti di interesse nazionale(SIN) contaminati da amianto sono da bonificare e, spesso, non sono nemmeno stati messi in sicurezza. Il Fondo per le vittime, ottenuto dopo un grande sforzo di mobilitazione da parte degli ex esposti è limitato solo agli esposti professionali. Esposizioni casalinghe e ambientali, oggi prevalenti, non hanno riconoscimento.
La politica, con i suoi organi istituzionali, dalla Conferenza nazionale ad oggi mostra essersi dimenticata del problema amianto. Sembra quasi che, chi risponda di più, pur in modo diseguale e con i suoi tempi, sia la Magistratura. Rivolgersi ad essa è comunque dovuto, per chiedere giustizia, e per attuare il diritto costituzionale alla salute. Chiediamo al Parlamento e al nuovo Governo di prenderne atto e di agire di conseguenza anche dal lato della Giustizia cherichiede di procrastinare o eliminare la prescrizione, verificare i conflitti di interesse, ottemperare alle sentenze, ai risarcimenti, non ultimo di promuovere la Procura nazionale sui rischi e sui danni da Lavoro e ambientali.
Per il CNA: Fulvio Aurora
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