l'esempio di San Giuseppe e l'importanza del lavoro come veicolo di santificazione della persona .
A) Il lavoro è santo quando è onesto e ben fatto, con serietà umana e soprannaturale , tenendo presente che davanti a Dio, nessuna occupazione è di per sé grande o piccola, perchè ogni cosa acquista il valore dell'Amore con cui viene realizzata.
B) Il lavoro degno, nobile ed onesto eleva la persona e può evolversi in una occupazione divina; < Da un motivo soprannaturale alla tua ordinaria occupazione professionale ed avrai santificato il lavoro >.
C) Ogni lavoro ben fatto costituisce un contributo al bene degli altri, un aiuto più o meno importante alla società: non dimentichiamo che la giustizia sociale è frutto soprattutto del compimento dei doveri lavorativi, professionali o casalinghi; il lavoro è anche apostolato, occasione di servizio agli uomini per far conoscere Cristo. Tutti apprezzano un lavoro ben fatto e chi lavora bene – e chi più del Signore ha lavorato avendo creato il mondo ! - attrae, affascina, trascina.
In questo passaggio si percepisce netto il riferimento agli squilibri sociali e l'invito a chi percepisce stipendi e pensioni d'oro , o comunque vive situazioni di privilegio, a rinunziare almeno in parte alle loro prerogative.
Nel corso della riunione si è poi affrontato un problema spinoso che amareggia tutti i consociati e cioè lo stato di degrado della Chiesa di San Rocco , chiusa al culto, tra l'altro collegato all'ormai ultra trentennale problema del mancato consolidamento dell'abitato, la cui risoluzione costituisce uno degli impegni principali dell'Associazione.
L'incontro si è poi concluso con la rappresentazione del dialogo tra due feti gemelli nel grembo della loro madre sulla vita dopo il parto, declamato dalle due giovani e brave portatrici Maria Grazia Novario e Giusi Grieco . I gemelli , non ancora nati, vivono nel grembo materno e discutono sulla loro vita, sul loro stato, non sapendo cosa li attende dopo il parto; uno percepisce che dopo il parto vi è il mondo e soprattutto la loro madre che li ama e l'altro, invece, con la fallace razionalità di noi umani, afferma < eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico, che non esista > . Ma gli replica il primo: < ok , ma a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepire come accarezza il nostro mondo. Sai ? Io penso che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora soltanto stiamo preparandoci per essa … >. E' evidente la metafora contenuta nel dialogo: parla del senso della vita , dei dubbi che ci avvolgono su quello che ci aspetta dopo la morte, della differenza tra chi crede e chi pensa di non credere o non crede affatto e con questi pensieri nella mente i portatori e portatrici di San Rocco si sono salutati per rivedersi al prossimo ritiro mensile, non mancando di ringraziare sinceramente l’associazione LA SPIGA di Pisticci per aver messo a disposizione la loro sede.
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