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martedì 10 luglio 2012

PER UNA ALTERNATIVA IN QUESTO PAESE

La nascita del governo Monti doveva rappresentare la fine politica dei falsi e degli incantatori, la conclusione di un periodo di sperperi e di ingiustizie sociali. L’obiettivo conclamato del governo Monti era rilanciare lo sviluppo e quindi l’occupazione. Molti si sono spesi per far passare questo concetto tra la gente facendo leva sul carattere tecnico dell’esecutivo.
Sinistra Ecologia Libertà, invece, in posizione minoritaria nel paese, fin dal primo momento, ha espresso le proprie perplessità sull’operazione Monti preferendo, ad essa, un ritorno alle urne per dare una vera svolta al paese. Proprio il carattere tecnico del Consiglio dei Ministri era l’elemento più preoccupante. Il governo tecnico, non avendo la preoccupazione di affrontare il confronto con l’elettorato, poteva come ha effettivamente fatto, mettere in campo tutti quei provvedimenti che la politica non aveva potuto adottare.
Infatti il governo Monti ha messo in campo la ristrutturazione del sistema pensionistico, la riforma del mercato del lavoro, un sistema economico, occupazionale e fiscale in continua evoluzione sì, ma improntato su ricette liberiste, ossessivamente restrittive, ricche di soluzioni rigoriste, disastrosamente inique. Ha scaricato la crisi sui ceti medio-bassi e ogni suo intervento, in qualsiasi settore, colpisce sempre gli stessi mentre continua a salvare coloro che hanno stipendi altissimi e pensioni d’oro.
Non dobbiamo peraltro dimenticare che, in realtà, la gran parte delle manovre e dei provvedimenti del governo Monti costituisce il secondo tempo della manovra di Berlusconi dell’agosto 2011 e, grazie a questo il governo tecnico ha raggiunto effetti opposti: crollo dei consumi senza precedenti, recessione, aumento della disoccupazione ad ogni rilevazione, lo spread mai meno di 400 e il nostro futuro bruciato giorno per giorno nelle borse mondiali a vantaggio degli speculatori del sistema bancario.
Il governo Monti ha adottato provvedimenti costruiti senza una cognizione precisa delle drammatiche conseguenze sociali, ha effettuato tagli orizzontali nella sanità, nella pubblica amministrazione e nella struttura giudiziaria del paese demolendo le poche sicurezze sociali rimaste con la cura Berlusconiana.
Questo governo, sostenuto da una maggioranza schiacciante composta da UDC, PD e PDL , e’ intransigente con i deboli perché il conto del rigore lo fa pagare a lavoratori, precari e pensionati, è insofferente con le periferie perché sposta i servizi nelle grandi città a danno degli ottomila comuni che sostanziano la tipicità italiana ma sostiene i poteri forti di sempre. Un solo, piccolo, esempio: fra i provvedimenti della “spending review” si taglia il finanziamento ordinario all’Università (- 200 milioni di euro) e si finanziano le Università private.
È ora di dire basta!!! Bisogna salvare i nostri territori dalla spoliazione e dall’impoverimento!!! È necessario mandare a casa il governo Monti!!!
Il sindaco di Pisticci, Di Trani, fa bene a riflettere se stare ancora nel PD. Meglio sarebbe se lui e tutti gli altri sindaci del PD dei territori massacrati da questi provvedimenti rassegnassero le dimissioni in blocco. Siamo sicuri che a fronte di ciò, Bersani verrebbe costretto a meditare sul pessimo ruolo che il gruppo parlamentare del PD svolge, oggi, per la nostra società e a trarne le conseguenze.
Necessaria, anche, la riflessione proposta dal capogruppo di Forum Democratico, Gaetano Esposito, sui rapporti verticali interni ai vari partiti, principalmente nel PD, e sulla subalternità dei dirigenti ed amministratori di Pisticci ai “soliti noti” che da 50 anni governano la Basilicata e la Nazione. Noi, che questa “riflessione” l’abbiamo già svolta, speriamo in un rapido ravvedimento dell’attuale classe politica Pisticcese perché è tempo di costruire un nuovo centrosinistra capace di dare dignità al nostro territorio.

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