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mercoledì 1 dicembre 2010

Intervento di Mario Venezia (Pdl) sulla "convenzione tra Agea, Regione Basilicata e Arbea




“Ci saremmo attesi una replica dal tono diverso, o una leale ammissione di responsabilità all’interrogazione presentata al presidente De Filippo ed all’assessore Mazzocco sul gran pasticcio, creato dalla Giunta regionale, in relazione alla convenzione Agea-Regione-Arbea. La vicenda l’avremmo già chiusa, anche perché siamo consapevoli dell’esistenza, purtroppo, di problemi più importanti”. E’ quanto affermato dal consigliere regionale del Pdl, Mario Venezia, il quale continua affermando “invece desolati, assistiamo all’italico gioco dello ‘scarica barile’, e così la responsabilità di aver sottoposto alla Regione ed all’ARBEA uno schema di convenzione errato passa al dott. Migliorini, direttore dell’Agea che, sicuramente, rimarrà non poco sorpreso quando leggerà questa inedita tesi, che vogliamo ritenere sia frutto del pensiero di un poco informato portavoce e non già del presidente De Filippo”.

“Per stigmatizzare l’atteggiamento dell’Amministrazione regionale – sostiene Venezia - siamo costretti a fare delle ulteriori, doverose precisazioni: il dott. Migliorini è noto per essere persona avveduta e mai avrebbe stilato una bozza di convenzione per poi passarla alla Regione per la semplice ragione che tale competenza esula dalla sua funzione e spetta al Consiglio di amministrazione dell’Agea; la dimostrazione di questo sta nel fatto che detta convenzione, prematuramente approvata dalla Giunta regionale nel lontano 22 ottobre, a tutt’oggi non è stata sottoscritta proprio perché si attende l’approvazione in Consiglio di amministrazione; il dott. Migliorini può, al massimo, aver trasmesso, data la sua competenza, una bozza standard per una lettura, non per una approvazione. E se anche, ma sappiamo per certo non essere così, tale bozza avesse contenuto l’errore di attribuzione al dott. Freschi della funzione di direttore e non di commissario straordinario, vorrebbe dire che gli atti portati in approvazione della Giunta non vengono neanche, preventivamente, posti all’attenzione degli assessori”.

“E’ vero – sottolinea Venezia - che esiste la norma di legge richiamata, ma la stessa ha una chiara funzione transitoria, nel senso che quando fu approvata la modifica alla legge istitutiva dell’Arbea si ritenne, in assenza di certezza del riconoscimento di organismo pagatore, che l’Agenzia, già dotata di Amministratore, in procinto di diventare direttore, e numeroso personale, non potesse attendere, senza operare, l’atteso riconoscimento. Ma oggi, la situazione è completamente cambiata. L’Arbea, per inefficienza, ha perso il riconoscimento di ente pagatore e, quindi, sarebbe più corretto ed utile inserirla in un progetto di riordino degli Enti sub regionali operanti nel settore, operazione, sicuramente, condivisa anche da esponenti della maggioranza regionale. D’altra parte, appare incomprensibile il solo pensare di tenere in vita un’ Agenzia, con circa 60 dipendenti, per fare quello che in tutte le altre regioni italiane, prive dell’organismo pagatore e convenzionate con l’Agea, viene svolto da un normalissimo ufficio regionale. L’unica spiegazione, a questo punto plausibile, è che si voglia continuare nella solita vecchia politica clientelare, sperperando danaro pubblico con lauti stipendi ai soliti protetti. il PdL, lo ricordiamo, ha presentato una proposta di legge, provocatoria quanto si vuole, finalizzata ad avviare una discussione utile sia agli utenti, cioè agli oltre 40 mila agricoltori lucani che annualmente percepiscono aiuti comunitari e sia a tutto il personale dell’Arbea. La nostra proposta – precisa Venezia - prevede, sostanzialmente, la confluenza del personale Arbea in Alsia per contenere la spesa ed avere un unico Ente operativo, in grado di erogare servizi reali e di qualità. Praticamente la stessa cosa di quanto avviene, ad esempio, in Umbria dove opera l’Arusia, ente di sviluppo e innovazione. Perché – chiede il consigliere - la medesima cosa non può essere realizzata anche in Basilicata?”.

“In conclusione, vogliamo porre, come gruppo consiliare del Popolo della Libertà, una domanda al mondo agricolo regionale, al personale dell’Arbea, ai lucani, al presidente De Filippo ed all’assessore Mazzocco. Vogliamo ancora tenere in vita – è il quesito del consigliere - un’ Agenzia divenuta un ‘carrozzone’ inutile e dannoso, per la pessima gestione sin dalla sua costituzione, o, al contrario, riteniamo utile istituire un nuovo Ente funzionale che riparta da zero, senza posizioni precostituite e senza privilegi consolidati? Riteniamo – conclude - che chiunque sia dotato di un minimo di buon senso possa accogliere la nostra proposta di apertura di un tavolo di discussione e confronto per dare, finalmente, risposte concrete e celeri alla comatosa agricoltura lucana”.

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