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lunedì 9 marzo 2015

Il Circolo culturale “Pietre Vive” ANSPI di Sant’Arcangelo mette in scena per la prima volta “Il pianto della Madonna”

Ispirandosi al principio espresso dalla Evangelii Gaudium 123, secondo cui “nella pietà popolare si può cogliere la modalità in cui la fede ricevuta si è incarnata in una cultura e continua a trasmettersi”, il Circolo Culturale ANSPI “Pietre Vive” di Sant’Arcangelo ha recuperato un canto tipico locale e lo ha trasformato in uno spettacolo. “Il pianto della Madonna”, questo il nome del canto, è una nenia che racconta lo strazio vissuto da Maria nelle ore tragiche dell’arresto, del processo e della morte del figlio Gesù. Di autore ignoto, il canto per decenni è riecheggiato nei rioni e nelle stradine del paese, di bocca in bocca, tramandato da una generazione all’altra, tanto da radicarsi profondamente nei cuori della gente. Era, questo, un modo con cui il popolo si coinvolgeva più strettamente ai riti della Settimana Santa fino a fare del “Pianto di Maria” (Planctus Mariae devozione di carattere drammatica, di tradizione antichissima) un com-pianto dell’intera comunità cristiana. In quel dolore tutta la comunità si ritrovava, condividendo il proprio. Purtroppo, negli ultimi anni tale tradizione rischiava di andare perduta. Animati dal desiderio di recuperare alcuni aspetti della cultura popolare, il Circolo ANSPI “Pietre vive”, in collaborazione con le Parrocchie, ne propone ora una versione drammatizzata e itinerante, da rappresentare per le vie del centro storico il 27, il 29 e il 31 marzo, con inizio alle ore 19:00 a partire dalla zona Convento. Il canto, rivisitato anche dal punto di vista teologico al fine di armonizzare le molteplici versioni che nel corso dei decenni si sono susseguite, è stato arricchito con brani recitati, per sottolineare il dramma del Mistero della Passione, e da poesie, per favorire l’intima riflessione; ciò nonostante, tali elementi di novità nulla tolgono alla centralità del canto, espresso nella tipica cadenza popolare e in lingua strettamente dialettale. Lo spettacolo, che sta impegnando più di cinquanta persone, si differenzia molto dalla tradizionale Via Crucis rappresentata in tanti paesi, e non è neanche un’anticipazione delle suggestive processioni che si tengono a Sant’Arcangelo il Venerdì Santo (Il Miserere e la processione dell’Addolorata); è qualcosa di nuovo e di inedito: è un invito a guardare la passione redentrice di Cristo attraverso gli occhi di Maria. Il titolo infatti è: “Via Crucis. Via Matris. Via della Croce. Via della Madre”, proprio per sottolineare che si tratta sì della via del dolore che conduce alla Resurrezione, ma vista attraverso gli occhi della Madre. Arte, devozione e fede in un intreccio unico: “Il pianto della statua, le grida di dolore e le urla che non senti con le orecchie nella dimensione del fisico, le senti, ed in maniera forte, nella dimensione della percezione spirituale del bello” (Giovanni Reale).

Circolo ANSPI “Pietre Vive”

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