
Famiglia, scuola, società sono sempre più disfunzionali ed incapaci di rispondere attivamente alle istanze di appartenenza, di modelli positivi e di successo di cui i ragazzi non devono essere privati. Apparteniamo all’epoca delle società anonime, dei desideri effimeri, dell’apparire che ha sostituito l’essere, della ricerca del surplus materiale a cui non corrisponde altrettanta ricchezza interiore, del possedere tutto ma non l’essenziale, della staticità degli orizzonti temporali senza radici del passato e senza aspettative del futuro. In questo quadro si colloca il malessere giovanile, quale richiesta di interventi ed attenzione sociale. Nella diffusa consapevolezza dell’importanza di un ambiente educativo idoneo alla costruzione delle identità dei futuri adulti – afferma Rubino – è importante fornire sempre nuove opportunità di incontro e socializzazione mediante lo sviluppo di spazi attivi e condivisi in cui sviluppare interessi, socialità, senso di inclusione e stimolare la cittadinanza attiva e partecipe.
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