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venerdì 31 maggio 2013

CARLO MATTIOLI SCULTORE

Sculture, ceramiche, disegni, acquarelli e tempere dal 1938 al 1993.

Sabato 1 giugno 2013 alle ore 18.30, il MUSMA. Museo della Scultura Contemporanea. Matera, inaugura la mostra dedicata a “Carlo Mattioli scultore”. Nelle Sale della Caccia e nella Biblioteca Vanni Scheiwiller verranno esposte sculture, ceramiche, disegni, acquarelli e tempere dell’artista nato a Modena nel 1911 e scomparso a Parma nel 1994. Le sculture in mostra saranno soprattutto nudi di donna, in legno, cemento e ceramica, in piedi o coricati, scolpiti negli anni ’70. L’artista interviene il meno possibile sui materiali scelti, toglie lo stretto indispensabile, in modo da liberare tutta la bellezza insita nella natura. Sono così intensamente carichi di significato che ci si può domandare se siano nudi o colline disabitate, oppure figure di antichi romani distesi sui loro triclini o ancora rilievi funerari pronti per un banchetto ormai finito. E in ogni nudo, che sia inciso nella ceramica morbida, ricavato da un tronco di legno o creato dal cemento fresco, c’è l’amatissima moglie Lina, sposata nel 1936. La nipote dell’artista, Anna Zaniboni Mattioli, scrive nel volumetto edito per l’occasione: «Si tratta di toccarlo, quel legno, “violarlo” il meno possibile, perché la storia e il suo calore bruciante è essa stessa arte. O forse la materia imprigiona la bellezza e quindi si tratta appena di scostare, togliere, piallare, incidere quel poco che impedisce anche agli altri di vedere». I ritratti in gesso (Pier Carlo Santini, Giorgio Torelli, il pittore Bandieri, Ubaldo Bertoli), scolpiti a partire dal 1966, rappresentano amici letterati, scrittori e storici dell’arte, “volti terrigni e umorali”, colmi di materia e di vita. Le ceramiche, risalenti agli anni ’50-’60, sono vasi, brocche e piatti, dipinti spesso con personaggi di romanzi e racconti stendhaliani (La Certosa di Parma, Vanina Vanini e la Badessa di Castro). Mattioli rinnova così, in un nuovo medium, il grande interesse per la letteratura che lo accompagnò per tutta la vita. Tra il 1960 e il 1968, infatti, si dedica a studi, incisioni, litografie per illustrare i Ragionamenti di Pietro Aretino (1960-1964), Vanina Vanini di Stendhal (1961), i Sonetti del Cavalcanti (1963), gli Epigrammi erotici (1963), le Novelle del Sermini (1963), il Belfagor di Machiavelli (1967), il Canzoniere del Petrarca (1968), il Decameron del Boccaccio, la Divina Commedia e la Venexiana (1968). Non a caso, dunque, i poeti a lui contemporanei saranno i veri interpreti della sua opera.
Le opere su carta (disegni, tempere e acquarelli), consentiranno di osservare l’evoluzione del suo lavoro: dagli studi di figura degli anni Quaranta alle illustrazioni per i libri, ai nudi, ai delicati ritratti della figlia Marcella, della moglie Lina e della nipote Anna, degli amici De Chirico e Manzù, fino ad arrivare ai diversi cicli di paesaggi che caratterizzeranno la sua opera dagli anni Settanta in poi: i Notturni, i Cieli, le Spiagge, i Campi di papaveri, i Campi di lavanda, le Ginestre, i Boschi verdi con gli intrichi di vegetazione e i ponti rovinati, le Nature morte.
La mostra è completata, nella Biblioteca Scheiwiller, da fotografie, volumi e documenti che contribuiranno a ricostruire la figura di un artista dalla cultura figurativa vastissima (il Romanico padano, il manierismo, Rembrandt, Goya, l’Espressionismo tedesco, Fautrier), raffinato e sensibile e pur tuttavia schivo e riservato. Un volume, pubblicato dalle Edizioni della Cometa Roma, con introduzione di Anna Zaniboni Mattioli, raccoglierà l’intera esperienza plastica di Mattioli che, in occasione dell’inaugurazione, dopo i saluti del Presidente della Fondazione Zetema, avv. Raffaello De Ruggieri, verrà analizzata dal Direttore del MUSMA Giuseppe Appella e dalla stessa nipote dell’artista.

Cenni biografici:
Carlo Mattioli nasce a Modena l’8 maggio 1911, figlio di un insegnante di disegno e nipote di un decoratore. 
Sviluppa fin da giovane, a contatto con l’imponenza romanica del Duomo di Modena, la passione per la scultura, dedicandosi, però, negli anni della sua formazione, soprattutto alla pittura. Nel 1925 si trasferisce con la famiglia a Parma dove studia all’Istituto d’Arte. Dopo il diploma insegna disegno, prima in Istria e in Toscana, poi a Parma e a Bologna. Risalgono al 1938 le prime testimonianze significative della sua opera, in particolare il Ritratto della moglie Lina. Successivamente si dedica soprattutto a nature morte, paesaggi e a opere grafiche con prevalente raffigurazione di nudi femminili. Dal 1950 espone regolarmente alla Biennale di Venezia vincendo nel 1956 il premio speciale Comune di Venezia per il disegno con giuria presieduta da Roberto Longhi. Negli anni Cinquanta e Sessanta e con lunghi intervalli fino al 1990, si cimenta con l’Arte Sacra, con la scultura in scala monumentale. Rispondendo con generosità alle richieste delle Diocesi di Parma, Modena e Ascoli Piceno realizza pareti di mosaici (Cattedrale di Ascoli e San Pio X a Modena), vetrate e altari, dipinge grandi croci (San Miniato al Monte e San Giovanni Evangelista a Parma), scolpisce il grande fonte battesimale di Santa Maria della Pace a Parma. Nel 1970 viene allestita da Roberto Tassi, nelle Scuderie delle Pilotta a Parma, la prima mostra antologica dell’opera di Mattioli. Gli anni 1969-‘70 sono gli anni dei Notturni: un cielo con nubi o illuminato dalla presenza della luna, la notte che avvolge la spiaggia o la cattedrale di Parma. Dal 1972 Mattioli si concentra quasi esclusivamente sul paesaggio già praticato fin dagli anni Quaranta ma con un’esplosione cromatica a lui prima sconosciuta: l’artista dipinge le Spiagge assolate della Versilia, i Campi di papaveri, le Lavande, i Paesaggi in collina, le Ginestre del Conero, i Boschi, Le Aigues Mortes. Nel 1984 viene allestita nel Palazzo Reale di Milano una grande retrospettiva a cura di Pier Carlo Santini. Intanto compaiono nuovi cicli: i Pineti del 1983 e i Fiori del Male nel 1985. Nel 1986, per i suoi settantacinque anni, vengono realizzate una mostra antologica di paesaggi a Ferrara, nel Palazzo dei Diamanti, e una raccolta di inediti degli anni Sessanta e Settanta a Palazzo Te a Mantova. Nell’inverno del 1993 Mattioli dipinge i suoi ultimi quadri ad olio, dopo un lungo periodo in cui le precarie condizioni di salute gli avevano impedito di lavorare al cavalletto. Scompare a Parma il 12 luglio 1994. Nel decennale della morte, nel 2004, Parma lo ricorda con una nuova antologica alla Galleria Nazionale. Nel 2011, per il centenario della nascita, Maurizio Calvesi, Giovanni Morello e Anna Zaniboni Mattioli curano la retrospettiva ordinata nel Braccio di Carlo Magno in Vaticano; nel 2012 Simona Tosini Pizzetti raccoglie 42 Nature Morte nelle due sale centrali del Museo Morandi a Bologna.

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