Mele fa credere a chi legge che a Tinchi è stata fatta una verifica, insieme ai medici, delle condizioni di sicurezza e dei requisiti strutturali. Con tutto il rispetto, ma chi crede di essere? Insieme ai medici certo, e ci mancherebbe altro. Si è presentato in reparto dicendo di essere autorizzato da Pierino Quinto (ecco, forse si comincia ad intuire meglio "la squadra"), ma del giro racconta quello che gli serve allo scopo, se no inventa. Si, proprio così, inventa. E chi inventa è un bugiardo. Poi, indossato un camice bianco, racconta di aver "percorso il corridoio osservando le stanze dove i pazienti stavano dializzando, IN QUALCHE CASO CON ASSISTENZA" (il maiuscolo è nostro). In qualche caso????? Ecco la finezza della tecnica manipolativa che perfeziona il pezzo di argilla facendolo diventare un dio greco, un guerriero bello e forte sapendo che è falso, che non esiste nella realtà. Eppure Filippo Mele ha verificato con i propri occhi che nella stanza a sei ci sono due infermiere fisse e una a disposizione, sempre, in ogni turno. Che nella camera da tre posti, come in quella da due, c'è sempre una infermiera e un altra a disposizione. Ha visto che ci sono due OS non solo per la pulizia del reparto, ma addestrati per ogni esigenza o evenienza. Ma Mele racconta cose diverse.
Dice di essere al disopra delle polemiche e di raccontare solo i fatti, ma in realtà di fatti ne ha ben pochi, il resto li crea e li modella. Ed in questo è proprio bravo. Muore una donna a Tinchi dopo la dialisi per cause naturali ed ecco il fulcro per la leva. Mette in relazione il decesso e da lo spunto al sindaco di Policoro per attaccare "Tinchi" sulla sicurezza e chiedere "il trasferimento del reparto a Policoro". E serve a poco la reazione sdegnata dei parenti della signora deceduta che il giorno successivo sentono l'esigenza di recarsi presso il reparto dialisi di Tinchi per ringraziare tutto il personale medico e paramedico e per manifestare a questi ultimi il loro sdegno per la volgare speculazione sulla vicenda. Filippo Mele questa non la ritiene una notizia e tace. A volte la menzogna coincide anche col tacere.
E la Gazzetta del Mezzogiorno non fa una bella figura, con nostro grande dispiacere.
Il Comitato Difesa Ospedale

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