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domenica 3 aprile 2011

SANITA'. MAZZEO (IDV): QUALE STRATEGIA DIETRO CHIUSURA ENDOCRINOLOGIA SAN CARLO


La vicenda del reparto di Endocrinologia è un altro colpo alla sanità lucana ed all’ospedale “San Carlo”, il più grande della regione, nel silenzio assordante delle istituzioni e della Città di Potenza.
La chiusura di questo “strategico” reparto specialistico, ove hanno operato ed operano, da oltre 40 anni, medici ed infermieri esperti, rappresenta l’ennesimo colpo ad un sistema sanitario, ove i decisori politici e le dirigenze, invece di innovare e cogliere nuove sfide, partendo da una rilevante storia e da consolidate esperienze professionali, abdicano  davanti alle difficoltà.
Viene chiuso un reparto specialistico di rilievo regionale che dovrebbe diventare, di contro, un riferimento di secondo livello per tante patologie, sempre più trattate fuori regione.
L’assenza di una vera “endocrinologia” genera un incremento della migrazione sanitaria, anche per i trattamenti chirurgici conseguenti.
Ricordo che esiste al “San Carlo” un reparto di chirurgia endocrinologica.
La domanda che ci poniamo, ormai da troppo tempo, e che rivolgiamo agli “strateghi” delle politiche regionali ed alla Città è semplice ed inquietante: quale strategia si sta consumando nella sanità lucana ai danni dell’azienda ospedaliera “San Carlo” , purtroppo, anche con la complicità di livelli Istituzionali ?
Per giustificate la scelta della chiusura, non basta la presenza di pochi medici (sono tanti i reparti operativi e produttivi sotto-organico nel “San Carlo” , non  bastano i vincoli finanziari della Regione (esistono le deroghe) applicate in altre situazioni, non  basta l’assenza da circa otto anni del “Primario” per motivi sindacali (si poteva selezionare, con concorso, un Direttore fino al rientro del titolare come, peraltro,  già  fatto in altre occasioni).
Qualcuno, nella logica tanto sbandierata dell’aziendalizzazione, con il potere (e la responsabilità) assoluta dei Direttori Generali si assuma almeno “l’onere” morale delle proprie scelte.
Che questo primario, scelto  dagli amministratori del tempo, svolgesse, prevalentemente, attività sindacale lo sapevano in molti, fin dall’inizio.
L’Assessore ed i suoi  ispiratori riflettano!
I fatti delle ultime settimane dimostrano che non bastano le delibere di Giunta Regionale per bloccare in alcuni casi e consentire in altri  aperture e chiusure di reparti, in attesa del  famoso Piano Sanitario, se, la Politica, non impone ai Direttori Generali comportamenti più coordinati, senza antagonismi e furbizie decisionali .
L’assenza di indirizzi precisi da parte dell’Assessore alla Sanità determina fenomeni di protagonismo ed autarchia decisionale, non giustificati istituzionalmente .
                                                                                                                             

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