IO SONO CON GIOACCHINO GENCHI E DIFENDO LA SUA DIVISA PULITA
Servendo con onestà e competenza lo Stato, Gioacchino ha commesso un solo errore: toccare i nervi scoperti di poteri forti che hanno molti scheletri nell’armadio. Ciò che gli viene rimproverato è di aver troppo approfondito i misteri irrisolti dei rapporti tra politica, economia e mafia, cercando di accertare fatti scomodi con inusuale coraggio e integrità. Ma quando ha esposto i suoi dubbi sull’aggressione di Silvio Berlusconi in Piazza Duomo, attraverso un’analisi che la sua esperienza pure gli consente, con il noto metodo della delegittimazione dell’avversario già vista con Boffo e Fini, è stato deferito al Consiglio centrale di disciplina del Ministero dell’Interno.
Ora che Wikileaks ha reso attualissima la questione della trasparenza politica, vorrei che fossero note a tutti le informazioni raccolte da Genchi nel suo lavoro per la ricerca della verità: magari Julian Assange le pubblicasse! Più semplicemente, mi aspetto che sia ripristinata la criticabilità dell’attività politica, che deve quindi essere soggetta ad inchieste volte ad accertare la correttezza di chi amministra la cosa pubblica. Le istituzioni preposte a garanzia della giustizia hanno il diritto e il dovere di indagare, e per questo devono essere libere. Io sono con Gioacchino Genchi e difendo la sua divisa pulita di pubblico funzionario.
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