PRI: UN VESTITO NUOVO PER BERNALDA E METAPONTO
Ancora una volta, noi giovani repubblicani, sentiamo il bisogno di lanciare le nostre riflessioni alla comunità bernaldese e metapontina rispetto ad una tematica molto “sensibile” che investe un po’ tutti: stiamo parlando degli effetti della crisi economica sull’occupazione! Con umiltà, senza entrare nel merito delle cause che hanno determinato la grande crisi e che sarebbero molteplici ed estremamente complesse, e senza illustrare dati statistici che monitorano il fenomeno occupazionale, siamo andati alla ricerca di alcune linee guida che potrebbero diventare un percorso culturale condiviso per fronteggiare la disoccupazione. E’ ormai da lungo tempo che sul nostro territorio non si attivano, concretamente, processi di sviluppo economico locale. Attualmente, in aggiunta, l’ultima crisi economica, ormai diventata pesantissima, sta decimando le poche iniziative economiche presenti e, di conseguenza, aumentano licenziamenti, cassa integrazione, mobilità, ecc. Rispetto a questa drammatica situazione che crea nelle famiglie ansia e pessimismo, vogliamo evidenziare, di seguito, alcuni indirizzi programmatici che potrebbero, nel medio termine, invertire la tendenza migratoria che ci impoverisce sempre più e che impedisce l’ottimizzazione e la capitalizzazione delle risorse umane e naturali di cui la nostra ricca terra dispone.
- Tutti i cittadini dovrebbero sfuggire dall’abbraccio mortale dell’assistenzialismo.
- I giovani andrebbero abituati alla cultura d’impresa e la politica dovrebbe catalizzare questo processo e non deprimerlo.
- Si dovrebbero ridurre notevolmente le tasse comunali, per almeno 5 anni, alle nuove attività economiche che vogliano investire fattivamente sul territorio, con condizione di assunzioni, di personale, progressive nel tempo.
- Bisognerebbe mettersi a disposizione delle nuove imprese, riconosciutone l’utilità per il territorio, la capacità imprenditoriale e la solidità economica di supporto, con tutte le risorse disponibili siano esse di natura burocratica, di natura intellettuale o di natura patrimoniale. Occorrerebbe, quindi, che la comunità si faccia carico della nuova imprenditoria scegliendola con oculatezza, seguendola nel suo espandersi e bloccandola inesorabilmente negli abusi.
- Bisognerebbe impegnarsi a migliorare le infrastrutture e spazi per le imprese (zona industriale, artigianale, commerciale, ecc.),
- Si dovrebbe evitare, in un momento di carenza finanziaria, di realizzare opere pubbliche di facciata, se non necessarie, e concentrarsi ad effettuare investimenti mirati al potenziamento del tessuto economico locale.
Non ci vogliamo atteggiare a novelli economisti, non abbiamo indicato la soluzione ai problemi economici della nostra comunità ma semplicemente abbiamo voluto evidenziare quel “tanto” che si potrebbe fare per iniziare a vestire di nuovo una terra ridotta ormai ad uno “straccio”!
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