Si tratta di qualcosa di molto più grave e fa specie che ciò avvenga con la direzione di Tito Boeri che dovrebbe essere garanzia di competenza e serietà. Un esempio per tutti l’avviso ricevuto da un lavoratore che recita: “ la informiamo che, nel periodo che va dall’01/01/2011 al 31/12/2011, sono stati pagati 24.710,47 euro in più sulla sua prestazione di disoccupazione agricola, per i seguenti motivi: sono stati corrisposti trattamenti di famiglia non spettanti a causa della mancanza dei requisiti richiesti per l’iscrizione negli elenchi nominativi dei coltivatori diretti, mezzadri e coloni e dei lavoratori autonomi. Quasi 25.000 euro ha chiesto dunque al malcapitato l’INPS di restituire. Il tartassato cittadino si è chiesto: “ma se ho percepito appena 3.000 euro di disoccupazione agricola, come faccio ad averne incassato 24.710,47 euro in più?”
Essendo abituato a pagare tutto è stato colto da immaginabile preoccupazione e come molti altri ha saltato il pranzo, mettendosi subito in movimento per capire cosa fosse successo. Con molta freddezza dal servizio clienti dell’INPS gli è stato risposto che entro 30 giorni può recarsi presso un ufficio INPS per ricevere ulteriori chiarimenti o per verificare la possibilità di rateizzare. Il provvedimento lo può invece impugnare on line entro 90 giorni, per chiederne l’annullamento. Non sarebbe più logico invece che l’INPS, dopo una semplice segnalazione sospendesse gli avvisi immediatamente e chiedesse anche scusa per le preoccupazioni e il disagio arrecato ai cittadini-utenti?
Ad essere interessati sono in tanti e sarebbe il caso di intraprendere un’azione giudiziaria contro l’INPS che non può ogni volta cavarsela a costo zero.
Vincenzo Maida
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