“Il Consiglio Direttivo dell’Anci della Basilicata riunito oggi a Potenza ha deciso di sostenere il referendum sulle trivelle in mare promosso da nove Regioni italiane, di cui la Basilicata è capofila, e invitare i cittadini a votare SI alla consultazione del 17 aprile. La presenza dell’Anci nella campagna referendaria intende rappresentare la coesione politica e istituzionale dei sindaci che sono investiti quotidianamente dalle contraddizioni e dai problemi del territorio, e definitivamente risolvere la vicenda delle perforazioni petrolifere in mare, tutelare le nostre coste ed affermare il diritto degli enti locali a partecipare alle scelte che li riguardano. L’Anci ribadisce la necessità di tutelare il mare, che è una delle risorse principali dell’ambiente, del turismo e dell’economia regionale, ma anche di riaprire il dibattito sul futuro energetico della Basilicata e dell’Italia. La presenza dell’Anci nella campagna referendaria rappresenta la coesione politica e istituzionale dei sindaci, che sono investiti quotidianamente dalle contraddizioni e dai problemi del territorio. Essi vogliono contribuire al dibattito sulle scelte che riguardano la programmazione e lo sviluppo. La vittoria del SI riaprirà il dibattito sulle estrazioni, anche in terraferma. Non bisogna dimenticare, infatti, che le norme contenute nell’art. 38 della legge sblocca Italia escludono gli enti locali dai procedimenti, eliminano i limiti temporali per le concessioni concedendo mano libera alle compagnie petrolifere. Il referendum non è una azione contro il governo. Al contrario, costituisce un contributo prezioso alla ripresa del dibattito sulla strategia energetica nazionale dopo la Conferenza di Parigi. Tutelare il mare, porre un limite alle attività estrattive in terraferma, ristabilire un rapporto di leale collaborazione fra Stato e Regioni nell’interesse dei territori sono gli obiettivi che l’Anci intende perseguire. Una massiccia partecipazione al referendum del 17 aprile, e una vittoria del SI possono ridare smalto alla partecipazione democratica e riaprire il dibattito sul futuro energetico del nostro Paese”.
Salvatore Adduce
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