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venerdì 29 gennaio 2016

Evento lancio Psr Basilicata 2014-2020: intervento di Luca Braia

Voglio innanzitutto ringraziare tutti i dirigenti, i funzionari ed ogni singolo dipendente degli uffici del Dipartimento Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata, l’Autorità di Gestione del Po Feasr, Vittorio Restaino e il Direttore Generale Giovanni Oliva per aver accolto la sfida del cambiamento che con il Presidente abbiamo fortemente voluto e condiviso, avviando una nuova fase sin dal principio del mio insediamento, avvenuto alla fine del Maggio scorso, e cominciando a lavorare come una vera squadra e senza sosta, per raggiungere due obiettivi straordinari, per nulla scontati: chiudere la programmazione 2007-2013 superando il 99% della spesa programmata e giungere all’approvazione della programmazione 2014-2020, avvenuta il 20 Novembre scorso, e che oggi ufficialmente presentiamo. Ringrazio e saluto Kristine Liljberg, Capo Unità DG Agri e Piero Mora, Rapporter Basilicata, DG Agri della Commissione Europea che dopo averci accompagnato in questi mesi di lavoro, seguiranno in sala i lavori della mattinata e presiederanno, nel pomeriggio, il Comitato di Sorveglianza, organismo neo-rinnovato deputato al monitoraggio che sarà oggi impegnato ad approvare i criteri di selezione delle prime schede di misure del PSR, azione propedeutica all’avvio dei prossimi Bandi.
Saluto l’on. Maria Antezza, componente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati per l’incessante lavoro che da anni svolge in questo settore.
Ringrazio il Governo qui rappresentato dal vice Ministro delle politiche Agroalimentari, Andrea Olivero, per la presenza oggi a Matera, che colgo come segnale di stima personale e di attenzione crescente verso la città di Matera e la Comunità lucana che scommette per il suo futuro nel rilancio delle politiche agricole e forestali.
Saluto il Presidente Marcello Pittella e la Giunta, i Consiglieri Regionali, le Autorità di Gestione, i rappresentanti di Alsia e di Ara ed in particolare tutti gli Amministratori locali. A loro il ringraziamento per l’impegno profuso nel raggiungimento degli obiettivi di spesa del PSR appena concluso. Con la loro presenza testimoniano di essere vogliosi e pronti a cogliere tutte le opportunità di questo nuovo Piano Operativo che sarà da vivere totalmente nella dimensione dell’investimento e non della spesa, all’interno di un sistema che renderemo sempre più semplice ed efficiente, in grado di sfuggire alla logica dell’emergenza, per abbracciare quella della programmazione e della progettazione, l’unica in grado di determinare un risultato positivo che poi si traduce in esperienza di successo e soprattutto, ci auguriamo, si trasforma in reddito agli agricoltori.
Estendo il mio saluto ai tanti rappresentanti delle associazioni di categoria del mondo universitario e della ricerca con cui vogliamo condividere le strategie, le priorità e gli obiettivi e, soprattutto, i dirigenti, i docenti e gli studenti degli istituti agrari ed alberghieri della Basilicata che abbiamo particolarmente voluto in sala perché rappresentano il futuro su cui dobbiamo puntare per formare sempre più imprenditori agricoli, professionisti della terra e dell’agroalimentare, legando sempre di più le competenze alla conoscenza e puntando senza esiti sulla ricerca e sull'innovazione.
Abbiamo costruito un evento di lancio del PSR Basilicata allargando il confronto sul tema dello sviluppo rurale al Mezzogiorno d’Italia.
Ringrazio quindi l’Assessore Serena Angioli (Fondi Europei, Regione Campania), il Consigliere Regionale Mauro D’Acri, in rappresentanza della Regione Calabria, l’A.d.G. Gaspare Tocci della Regione Molise, il Dirigente Generale Gianluca Nardone (Dip. Agricoltura, Regione Puglia) con cui ci confronteremo nella seconda parte della mattinata con l’obiettivo di analizzare e condividere progettualità di interesse comune in un sud a cui il governo deve puntare per far ripartire e rilanciare l’Italia intera.
Lasciatemi infine abbracciare idealmente tutti gli agricoltori di questa splendida terra e dell’Italia intera a cui va il personale ringraziamento per il lavoro ed il sacrificio quotidiano che compiono e grazie al quale il nostro nutrimento diventa possibile. Dobbiamo portare loro totale rispetto e rivolgere la nostra massima attenzione affinché abbiano una vita dignitosa che è la condizione minima del loro rimanere nei campi a presidio e tutela del nostro territorio.
E’ questo il motivo principale per cui abbiamo voluto nominare questo evento “Seminiamo futuro”, convinti che non c’è vita senza agricoltura.
Con EXPO Milano 2015 e con la firma della “Carta di Milano” si è ribadito il concetto che l’incremento della popolazione mondiale e la modifica delle sue abitudini alimentari ci chiedono di attuare politiche con le quali si deve produrre di più, consumando meno ambiente. Noi vogliamo farlo non solo perché lo suggerisce l’Europa, ma perché è la strada che abbiamo deciso di percorrere a tutela delle nostre specificità e della nostra identità, a patto che tutti i governi siano consequenziali tutelando tali scelte sempre e comunque.
Dobbiamo tornare ad essere competitivi puntando a politiche che aggregano l’offerta, riducono i costi della logistica e quelli legati all’energia, che valorizzano il prodotto tutelando il “Made in Italy” e, per quel che ci riguarda, anche il “Made in Basilicata”. Dobbiamo spingere sulla tracciabilità dei prodotti e lavorare sui marchi che legano il prodotto al territorio di provenienza. Dobbiamo essere capaci di difenderci da azioni che spesso arrivano da iniziative europee, che appaiono pericolose e poco lungimiranti e che, soprattutto, minano lo sforzo quotidiano di mantenere alta la qualità delle nostre produzioni.
Ritengo decisivo riportare, soprattutto in Basilicata, l’Agricoltura (che conta ben 51 mila aziende e una forza lavoro che occupa oltre 101.000 persone), ad assumere un ruolo sempre più centrale nella strategia di sviluppo futuro e spero che tale indirizzo caratterizzi l’intero Mezzogiorno.
Questa è una regione che vuole ritornare a scommettere sulle sue proprie peculiarità (terra fertile e disponibile, ambiente salubre, paesaggi incantevoli, storia millenaria e tradizioni uniche) che trovano strategica applicazione in settori quali agricoltura, ambiente e turismo. Non siamo quindi solo la Basilicata che produce il 10% del fabbisogno energetico nazionale ma molto altro. Dopo anni di disattenzioni e scelte non sempre corrette, dobbiamo ora investire in maniera coraggiosa, efficiente ed efficace sulle nostre risorse naturali, a partire dall’acqua, dalla terra e dall’enorme patrimonio forestale disponibile.
Con i suoi cinque fiumi, quattro laghi naturali e nove tra dighe e invasi artificiali per la raccolta di acqua ad uso potabile, irriguo o industriale, tra cui la diga più grande d’Europa in terra battuta, la Basilicata infatti è la regione del sud che detiene la più grande quantità di risorsa idrica disponibile, con circa un miliardo di metri cubi l’anno, in bacini che si estendono su circa il 70% del territorio regionale.
Ricordiamoci sempre che la Basilicata si affaccia su due mari con foreste e boschi che superano per estensione i 355mila ettari, di cui ben 230 che caratterizzano i due parchi nazionali e i due regionali e la restante parte ricade nelle disponibilità delle Amministrazioni Pubbliche e dei privati. Una riforma del sistema di gestione ci porterà a rendere praticabile quella forestazione produttiva che può rappresentare la chiave di volta per il cambiamento e generare quella redditività naturale, legata alle filiere dell’energia, del turismo, dei prodotti del bosco, dei certificati verdi e del legno, andando ad alleviare l’enorme ed ormai insostenibile utilizzo di risorse di bilancio ed europee che, ad oggi, ammontano a circa 55 milioni di euro e che coinvolgono oltre 5000 operai forestali.
Lavoreremo per una Basilicata che, facendosi trainare dai settori più maturi ed in grande crescita come l’ortofrutta (26 mila ettari di territorio interessato), il vitivinicolo (più di 4000 ettari) e l’olivicoltura (27mila ettari di territorio), riesca finalmente, con la nuova programmazione, a rilanciare in una logica di filiera anche la nostra tradizione zootecnica (95.000 bovini e bufalini, oltre 70.000 suini, 300.000 ovini, 60.000 caprini e 10.000 equini) e lattiero casearia (che registra una produzione commercializzata di circa 124 mila tonnellate di prodotto di cui solo 1/3 trasformata localmente da oltre 160 piccoli caseifici).
La filiera della cerealicoltura (con 135 mila ettari, siamo la terza regione d’Italia per quantitativi di grano prodotto) va riorganizzata e valorizzata perché, ad oggi, non vede, al netto del Pane IGP di Matera, nessun marchio locale tra quelli leader nazionali dei prodotti da forno o nella produzione della pasta.
Insieme alla Puglia produciamo il 36% del frumento duro nazionale. Credo che i Gruppi Operativi nella ricerca e le filiere interregionali nel solco della qualità siano non solo auspicabili, ma è doveroso stimolarli e metterli in campo a tutela delle nostre produzioni, per orientare consumi e mercati, arginando import di dubbia qualità e pericolosi per la salute.
Una Basilicata che vanta nove prodotti DOP e ICG e fragole riconosciute tra le più buone d’Italia e il primato per la produzione con quasi 900 ettari, è una Regione che deve comunicare meglio le proprie eccellenze organizzandosi adeguatamente per approcciare i mercati che contano e crescere in consapevolezza attraverso la realizzazione di progetti di educazione alimentare che dovranno coinvolgere ragazzi e famiglie, che devono tornare a riconoscere ed apprezzare la qualità restituendone il giusto valore.
Questa è la Regione dove due patrimoni mondiali dell’umanità, la Dieta Mediterranea ed i Sassi di Matera, trovano la più forte e naturale delle sintesi possibili, rappresentando il più potente dei brand immaginabili, in grado di valorizzare qualsiasi marchio soprattutto dell’agro-alimentare perché in grado di unire bontà e bellezza attraverso il cibo e la cultura, nel solco di Matera-Basilicata Capitale Europea della Cultura nel 2019. Non utilizzare questa opportunità è un errore che non dobbiamo commettere.
Tutelare, tracciare e valorizzare le nostre tipicità, aggregando l'offerta e provando ad aggredire la catena del valore che per l'80% ricade sulla trasformazione e sulla commercializzazione dei nostri prodotti di qualità deve essere il nostro principale obiettivo da conseguire con questa nuova programmazione che tra qualche settimana avrà finalmente inizio.
La nuova visione del PSR Basilicata e quindi dell'agricoltura punta tutto sulla dimensione del connubio vincente tra ruralità e sostenibilità, che si traduce in qualità della vita e ricerca della salute. In nessun luogo come la Basilicata tutto questo può trovare la propria dimensione e la sua totale realizzazione.
Abbiamo anche un obiettivo ambizioso: far recuperare reddito ai produttori e agli agricoltori, con l’idea ben precisa di riconoscere realmente loro il fondamentale ruolo di manutentori e sentinelle del territorio che in Basilicata, più che altrove, risulta di vitale importanza dal momento che registriamo tra i più bassi indici di densità di popolazione con 580.000 abitanti su quasi un milione di ettari di territorio e 131 comuni quasi tutti sotto i 5.000 abitanti.
Sarà decisivo provare a far diversificare il reddito degli agricoltori puntando su nuove forme di attività afferenti all’agricoltura sociale, alla multifunzionalità, alle fattorie didattiche e agli agriturismi.
In questo momento storico particolare ci vogliamo candidare non solo ad essere Capitale europea della cultura nel 2019 ma anche ad essere la regione capitale dell'accoglienza e della ruralità, con un grande progetto che punti al recupero funzionale dei centri storici da inserire in maniera innovativa nella rete distribuita dell’accoglienza che dovrà essere funzionale ad incrementare i numeri della ricettività ancora oggi deficitaria, per stare al passo con l’enorme incremento turistico che stiamo oramai da mesi registrando.
C’è una Basilicata 100% Rurale che intende stare al centro delle strategie di sviluppo della comunità lucana e interpretare al meglio quel sentimento di riscatto che ha già cominciato a dimostrare proprio ottenendo la designazione della Capitale Europea della Cultura 2019.
Concentreremo quindi gli investimenti del nuovo PSR sulla formazione, su innovazione, comunicazione, promozione e valorizzazione, sul marketing di prodotti e territori, premiando le aggregazioni tra produttori, punteremo alla diversificazione del reddito degli agricoltori e allo sviluppo delle aree interne grazie a turismo e cultura, sfruttando e potenziando la banda larga e ultra larga e i servizi digitali.
Vogliamo realizzare una Basilicata Rurale e Sostenibile in sinergia con gli altri piani operativi a partire dalle Aree Interne. Ce la possiamo fare lavorando insieme con determinazione e coraggio.
Come Dipartimento cercheremo di traguardare una migliore efficienza amministrativa attraverso la riorganizzazione degli uffici, la sburocratizzazione e la facilitazione di accesso per i cittadini, puntando sull’uscita ciclica e programmata, sulla omogeneità e sulla semplicità di accesso ai bandi, provando a garantire tempi certi nelle istruttorie e soprattutto nei pagamenti. Su questo è inevitabile chiedere un impegno diretto al Governo per una AGEA all’altezza della Sfida e su un sistema del credito che finalmente la smetta di considerare l’Agricoltura la cenerentola dei segmenti produttivi e torni ad avere fiducia sul settore primario, decisivo per l’Italia del futuro.
La Regione Basilicata vuole rappresentare infine una possibile soluzione per un’area importante del Mezzogiorno sulla logistica, uno dei fattori più critici che fa perdere competitività ai nostri prodotti incidendo sui prezzi per oltre il 30 %.
Siamo oramai pronti, con un progetto esecutivo disponibile da settimane, che come Regione abbiamo cofinanziato al 50% per circa 1 milione di euro, insieme all’Autorità portuale di Taranto ed alla Provincia di Matera, finalizzato a realizzare una importantissima piattaforma dell’ortofrutta che potrà estendersi successivamente all’agroalimentare, nell’area produttiva di Ferrandina, in Val Basento, con un potenziale di occupati di oltre 300 unità che potrà rappresentare un grande volano economico ed uno straordinario attrattore di altri investimenti nel settore. La piattaforma, la cui procedura di realizzazione e gestione dovremmo metterla in campo per il prossimo 30 giugno, è fondamentale per aprirci a nuovi e interessanti mercati nazionali, europei e internazionali, come ad esempio quello cinese il cui governo, grazie ad un’azione concertata proprio con il Vice Ministro Olivero e la On. Antezza, ha proprio ieri autorizzato le importazioni di agrumi e kiwi anche lucani.
La sfida in campo oggi per questa Regione e l’intero mezzogiorno unito è quella di un SUD che deve essere sempre più consapevole delle sue risorse e potenzialità e vuole tornare ad essere protagonista.
L’ambizione è quella di diventare Regione laboratorio e modello virtuoso di sviluppo rurale dell’intero Mezzogiorno nel quale università, ricerca, professionisti e associazioni siano a servizio degli agricoltori e dell’agricoltura nell’ambito del PSR 2014-2020 e non come spesso è avvenuto in passato esattamente il contrario.
Continuerò a richiamare tutti, sempre, alla corresponsabilità, dichiarando finito il tempo in cui si punta l’indice verso l’altro per individuare spesso la responsabilità del proprio insuccesso.
Dobbiamo assolutamente superare le gelosie e le divisioni, vedere ben oltre i campanili dei singoli comuni o Regioni, progettando con prospettive che guardano a territori superando i confini geografici, aggregando le opportunità e facendo sintesi di tutte quelle forze in grado di trasformare le criticità in opportunità.
Rilanciamo la Basilicata che dovrà dimostrare, con questo cambio di passo, di essere modello e traino di un Sud che vuole provarci sino in fondo, di un Mezzogiorno che può farcela, vuole farcela e deve farcela. Proprio partendo dalla terra.
Concludo con una frase di Jonathan Swift tratta da “I viaggi di Gulliver”. Un monito per tutti noi:
“Chiunque riesca a far crescere due spighe di grano o due fili d'erba dove ne cresceva uno solo, rende un servizio al suo Paese e all’umanità.”
La Basilicata “semina oggi il futuro” con la convinzione che, se coltiviamo con amore ed intelligenza e lavoriamo tutti nella stessa direzione, raccoglieremo i frutti sperati per il bene di tutta la comunità.
Grazie per la emozionante presenza e buona AGRICOLTURA a Tutti.

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