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martedì 19 gennaio 2016

LAVORATORI OTTANA ESPOSTI AMIANTO

Poniamo fine a un’ingiustizia che dura da decenni: a Ottana l'incontro il 23 gennaio, ore 10, per chiedere l'immediato riconoscimento dei diritti alla sorveglianza sanitaria gratuita e dei benefici previdenziali, fin'ora assurdamente negati ai lavoratori ex esposti amianto del sito industriale di Ottana.

Per affrontare la grave emergenza dell'aumento di decessi e gravi patologie dovute all’esposizione all’amianto nell’area industriale di Ottana, come lavoratori ed ex lavoratori degli stabilimenti chimici abbiamo deciso di convocare un'incontro sabato 23 Gennaio 2016, ore 10, presso il Centro Polifunzionale in Via Via Emilio Lussu a Ottana. L'obiettivo è l'immediato riconoscimento del diritto alla sorveglianza sanitaria gratuita e dei benefici previdenziali di legge per migliaia di lavoratori, finora esclusi per precise responsabilità e colpevoli negligenze del “sistema ENI” e delle stesse Istituzioni. A questo primo incontro informativo abbiamo invitato a partecipare l’Associazione Italiana Esposti Amianto AIEA, che ha garantito la partecipazione del Vice Presidente Nazionale Mario Murgia e della Presidente regionale dell’Associazione Sabina Contu e Ci appelliamo alla sensibilità degli organi di informazione affinchè seguano questa iniziativa autoconvocata, a cui parteciperanno lavoratori ed ex lavoratori provenienti da diversi comuni della Sardegna centrale: vogliamo denunciare con forza di fronte all'opinione pubblica e ai responsabili delle Istituzioni sarde che stiamo assistendo al moltiplicarsi di patologie gravissime e di morti fra quanti, per decenni hanno lavorato nel sito industriale di Ottana. Qui le autorità di competenza hanno negato la presenza di amianto, che invece, come un micidiale killer a tempo, sta mietendo vittime fra persone ancora giovani o appena giunte all'età della pensione! Chiediamo infatti, che venga posta fine al trattamento, ingiusto e discriminatorio, che ha escluso i lavoratori di Ottana dai diritti sanciti dalla legge 257 del 1992, che, vietando l'utilizzo dell'amianto in qualsiasi forma, ha imposto gli obblighi di sorveglianza sanitaria e il diritto ai benefici previdenziali. Ottana è infatti, l'unica realtà del gruppo ENI a subire questa assurda discriminazione! Mentre per i lavoratori di Marghera, Brindisi e Ravenna, tutte aziende del gruppo ENI, il riconoscimento è arrivato, a suo tempo, attraverso gli atti di indirizzo ministeriale, con il riconoscimento, da subito, dei diritti e benefici previsti dalla legge. Ai lavoratori di Ottana tutto questo è stato negato! Anni di incontri e di lotte in Sardegna e a Roma, finora non hanno prodotto i risultati sperati, nella sostanziale e colpevole indifferenza generale e delle stesse istituzioni regionali. Qualcuno dovrebbe spiegarci come mai la stessa legge, nello stesso Paese ha una interpretazione e un’applicazione diversa: Ottana e Pisticci erano stabilimenti gemelli, stesse produzioni, stessa tecnologia e i lavoratori con le stesse mansioni, stessi livelli di esposizione, a Pisticci l’INAIL ha riconosciuto 450 casi di esposizione all’amianto, e ad Ottana? Con le nostre forze abbiamo fatto causa all’INPS e nel 2008 si sono svolti i processi nel Tribunale di Nuoro, vinti in prima istanza ma, purtroppo, bocciati in appello a Sassari per decadenza dei termini, grazie ai cavilli di legge. La prescrizione non cancella comunque il riconoscimento dell’esposizione. Oltre al danno la beffa! Dobbiamo essere consapevoli che nei nostri confronti è stata consumata una grande ingiustizia. Secondo gli studi, l'esposizione all'amianto produce i suoi effetti devastanti sulla salute e sulla vita dopo un lungo periodo di incubazione, ed è per questo che si stanno moltiplicando adesso le morti, anche a trenta/quarant'anni dall'esposizione! E' in serio pericolo il futuro di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie: la preoccupazione è molto alta perché il periodo critico, il picco di mortalità, si avvicina molto velocemente. Chiediamo inoltre che venga dato immediato avvio all'opera di bonifica dell'intera area industriale, che da 15 anni attendiamo, per restituire un territorio integro alle future generazioni.
MOLTI NOSTRI COMPAGNI DI LAVORO, nel corso di questi anni sono deceduti, senza nessun tipo di riconoscimento e soprattutto senza una assistenza sanitaria adeguata: queste morti per il lavoro chiedono giustizia: nessuno può restare indifferente! In questi giorni sono arrivati i primi segnali di attenzione al dramma di Ottana, con alcune iniziative parlamentari: ne attendiamo con comprensibile attenzione gli eventuali sviluppi.

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