Il progetto di Tarasco, che come per l’Eneide narra l’assenza dell’eroe nella consapevolezza che la modernità ne sia orfana, si addentra nel linguaggio del dolore, per riscoprirne un nuovo valore semantico e ridisegnare l’ideologia della virilità che, nell’epopea, si completa e acquista valore soltanto quando si appropria del modello femminile. “Nell’Iliade – spiega Tarasco – si assiste costantemente al contrasto tra le bufere del dolore maschile e la lenta perdita di sostanza che consuma la vita nel rituale della lamentazione femminile. Se il dolore delle donne esautora la forza vitale, il dolore dell’eroe ne esalta l’energia e l’ardore guerriero, perché per Omero, lacrime e gloria, sofferenza ed eroismo sono strettamente connessi”. Le lacrime degli eroi non sono segno di debolezza ma ostentazione di forza e di vitalità, perché gli uomini valorosi sono sempre inclini a versarne. “Mettere in scena 'Iliade – Le Lacrime di Achille' oggi - aggiunge il regista - significa essere appassionati, e folli, significa ricordare che le parole bruciano, che le parole si fanno carne mentre noi parliamo e quindi anche parlare, anche raccontare una storia, è un gesto fisico e corporale. Oggi sembra che la lingua abbia perduto la sua Physis, la lingua oggi non è più del cuore, come diceva Paracelso, ma della mente, di Nuos. Per questo è necessario fare teatro oggi, ovunque e comunque, per non far soccombere la parola nelle paralizzanti spire dell’ossessione comunicativa, per non stritolare la parola nell’angoscia semantica della comunicazione che molto dice e poco esprime. Fare teatro oggi ci ricorda che il valore della parola si riconosce nel silenzio dell’ascolto”.‘Iliade – le lacrime di Achille’ da Omero, Ovidio e Kleist
Drammaturgia e regia di Matteo Tarasco.
Con Ania Rizzi Bogdan, Lara Balbo, Giulia Santilli.
Costumi di Chiara Aversano.
Musiche di Riccardo Benassi.
Per associarsi e partecipare alla stagione: 333.724.90.92

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