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martedì 26 gennaio 2016

Simbolo pisticcese della Shoah.

PISTICCI.Ormai è diventato il simbolo pisticcese della Shoah.Nel giorno della memoria non si può non ricordarlo per quello che fece e per l'esempio che riuscì a dare.Parliamo del nostro concittadino Antonio Sisto, ormai scomparso da diversi anni, che può essere considerato a tutti gli effetti un vero e proprio eroe per come si comportò negli anni della sua prigionia in Germania. Una storia incredibile la sua che inizia còn la cattura da parte dei tedeschi e poi l'internamento in uno dei lager nazisti,dove rifiutò la liberazione offerta, per non combattere contro i suoi connazionali,come gli veniva imposto. Un grande atto di coraggio il suo,che può valere da esempio per tutti quei soldati che durante il secondo conflitto mondiale, si sacrificarono anche a costo della vita nel nome dalla madre Patria. Nato nel 1910,Sisto a 19 anni partì militare,arruolato come fante trombettiere del 13° Reggimento Perugia della II° Armata dell'esercito italiano. Durante un combattimento sul fronte slavo, nel settembre 1943,nei pressi di Spalato,fu fatto prigioniero dai nazisti e deportato insieme ad altri commilitoni,in un campo lager nella città di Norimberga dove per circa un anno dal settembre 43 al luglio 44, rimase internato. Il 6 agosto del 1981,Sisto fu fregiato del distintivo d'onore alla memoria,dei patrioti Volontari della Libertà,dal Ministero della Difesa,con la motivazione:"Essendo stato deportato in lager e avendo rifiutato laliberazione per non servire l'invasore tedesco e la Repubblica Sociale durante la resistenza, viene autorizzato a fregiarsi,ai sensi della Legge 1.12.77 n.907,del distintivo d'onore per i Patrioti Volontari della Liberta'".Da vero milite d'onore,Antonio Sisto attraverso quel valoroso gesto,aveva dimostrato grande carattere non piegandosi ai voleri del nemico nazista che comunque, in modo coatto,gli impose di andare a lavorare in fabbrica per sopperire alla emorragia di militari tedeschi trasferiti in massa sul fronte russo.Purtroppo Sisto,non ebbe il piacere e l'onore di fregiarsi dell'ornamento che lo Stato Italiano gli aveva riservato, poichè nel frattempo,essendo emigrato proprio in Germania,era rimasto sfortunatamente vittima di un incidente sul lavoro ad Hocheneim dove era deceduto il 6 marzo 1970.Di recente a dimostrazione che lo Stato non dimentica i suoi eroici combattenti anche se dalla fine del secondo conflitto Mondiale sono ormai trascorsi 70 anni, da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri,è stato disposto in forma solenne il conferimento di una medaglia d'onore ritirata personalmente dal figlio dottor Michele, già Segretario Generale del Comune di Pisticci."A papà che non c'è più, un particolare riconoscimento per il suo attaccamento alla madre Patria,con la sua vita in gran parte caratterizzata da guerre, prigionie e lavoro in Germania, terra che poi gli è stata fatale" - ha spiegato con emozione il figlio Michele che ha voluto ricordare gli anni della guerra e della dura prigionia del padre, fatta di stenti,soprusi e violenze, prima di essere liberato dagli americani - "Un particolare riconoscimento dello Stato italiano - ha aggiunto - che sarebbe stato bello se l'avesse ritirato papa' personalmente

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