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giovedì 30 aprile 2015

Il Primo Maggio dei 50mila Giovani Lucani Neet

Maurizio Tauro, delegato Giovani Centro Democratico nel Forum Regionale Giovani Basilicata.

Gli oltre 50mila giovani lucani Neet – che non studiano e hanno smesso di cercare lavoro – come i 13.100 iscritti a Garanzia Giovani (di cui 7.500 “presi in carico”) riconoscono nel Primo Maggio il “concertone” più che un impegno di Cgil, Cisl, Uil verso le proprie condizioni di vita. E’ innegabile il senso di sfiducia per il sindacato da parte dei giovani che parteciperanno in massa al primo Maggio, in Piazza San Giovanni, a Roma. Troppo flebile il messaggio che si vorrebbe offrire loro: la speranza in un futuro migliore, in cui solidarietà e lavoro non siano più un miraggio. Ma i sindacati sanno chi c’è dietro l’acronimo inglese "Not in Education, Employment or Training" ? Se andiamo a vedere chi sono questi 50mila ragazzi vediamo che sono un universo molto variegato: ci sono i giovanissimi che hanno terminato la scuola dell'obbligo e lavorano in nero, ed è un fenomeno particolarmente importante al Sud; ci sono i demotivati, coloro i quali cioè hanno smesso di cercare un impiego perché dopo il diploma non sono riusciti a entrare subito nel mercato; e infine ci sono i laureati che hanno acquisito competenze risultate subito obsolete per le richieste delle imprese. Profili diversi ma tutti altrettanto problematici. Il rischio è infatti che questi giovani si trasformino nel tempo in disoccupazione strutturale, una componente che nemmeno i contratti più flessibili riuscirebbero a inserire nel mondo del lavoro, con conseguenze a catena anche dal punto di vista pensionistico. Tra i problemi più evidenti relativi al fenomeno, vi è il fatto che la maggior parte dei giovani definiti, appunto, inattivi, sono relativamente invisibili rispetto ai servizi territoriali che non hanno solitamente strumenti specifici per intercettarli come dimostra tutta la delusone del Programma Garanzia Giovani che non va oltre la “presa in carico” niente di meno che con “Patto di servizio”. La prima misura da adottare per ridurre i numeri di questo fenomeno è quindi elaborare strategie condivise per far emergere questi giovani dall’invisibilità. Da un’indagine dell’ISFOL sulla dispersione formativa è emerso che a fronte della diffusa presenza sul territorio dei servizi di orientamento, solo una percentuale bassissima di ragazzi e famiglie utilizza tale supporto. Quello che i numeri non dicono sono, infatti, i motivi per cui un giovane smette di studiare e di cercare lavoro, sono i percorsi che lo hanno portato in un limbo di inattività cronica, sono le difficoltà strutturali e sistemiche del mercato del lavoro italiano e che sono concause del problema. Per questa ragione è necessario, oggi, intervenire quanto prima con misure di accompagnamento per rintracciarli, motivarli e reindirizzarli in percorsi formativi e lavorativi. Di qui la necessità – per sindacato, istituzioni e politica - di occuparsi dei ragazzi e delle ragazze e favorire il loro ingresso nel mercato del lavoro attraverso la creazione di percorsi virtuosi, in grado di essere valido sostegno per l’occupazione giovanile. In questo senso le reti di supporto e i servizi di orientamento possono essere determinanti. E la Regione Basilicata? Abbiamo letto del “maestro artigiano” introdotto per attrarre giovani nelle botteghe e nei laboratori ma anche che, proprio alla vigilia di questo primo maggio, la Regione Lazio rilancia la seconda edizione di ''Torno subito'', il progetto finanziato con le risorse del Fondo sociale europeo 2014-2020, che consente a laureati o laureandi di entrare nel mondo del lavoro. La Regione Lazio investira' 96 milioni di euro fino al 2020 per sostenere 8 mila ragazzi, tra i 18 e i 35 anni, che partiranno per altre regioni d'Italia o all'estero per svolgere progetti formativi finanziati dalla Regione Lazio con 12 milioni di euro. Da noi sarebbe il caso di parlare di progetto “Non torno più” per esprimere il senso di frustrazione dei nostri ragazzi. Ci sarà pure un motivo se in Basilicata nel 2014 sono nate solo sei start up innovative di giovani ed appena una nel primo trimestre del nuovo anno.

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