Tale atto equivarrebbe a decretare la morte di un’istituzione importante della nostra città, già privata in tempi recenti di altri servizi fondamentali per i cittadini.
Una morte del territorio che verrebbe determinata da funzionari incaricati da un governo cosiddetto tecnico che non è stato eletto dal popolo e che non ha nessun diritto di fare scempio a suo piacimento dei servizi fondamentali di una comunità che ha dato tanto allo Stato, sia sotto forma di tasse e tributi che, soprattutto, sotto forma di sacrifici umani ed inquinamento ambientale.
La rigidità mostrata dal cosiddetto “Governo Tecnico” è del tutto ingiustificata ed illegittima, così come la sua investitura che cancella d’improvviso le leggi democratiche che hanno per 150 anni somministrato giustizia al popolo, sebbene con le difficoltà che conosciamo: questi burocrati, finti salvatori della nazione, con arroganza e supponenza stanno ammazzando il Paese e la sua struttura produttiva.
A questo si aggiunga la forte delusione (!?) rappresentata dai Parlamentari lucani e dalla politica regionale che, tranne qualche rara eccezione, sull’argomento era ed è totalmente assente, tanto da far pensare che la nostra comunità non sia rappresentata tanto a Potenza, quanto a Roma: di questo atteggiamento menefreghista ce ne dovremmo ricordare al momento di andare al voto.
Basta con la storia di Pisticci che fa da serbatoio elettorale per politici che non ci meritano e mortificano continuamente il nostro territorio, ricordandosi di esso solo al momento delle candidature. Questi politici, non dobbiamo dimenticarlo, sono coloro che hanno chiuso l’ospedale di Tinchi, si apprestano a chiudere le scuole e, sebbene con responsabilità diverse, sono anche corresponsabili del disastro ambientale che caratterizza la nostra zona.
A questo punto non possiamo più far finta di niente: è necessario passare alla lotta vera e propria, che deve essere dura e senza sconti.
Il Comitato esorta, pertanto, la cittadinanza del comprensorio a difendere a denti stretti un ufficio che interessa tutti, la cui soppressione equivale alla chiusura della nostra comunità.
Riteniamo che i prossimi giorni siano cruciali per difendere gli interessi non solo di Pisticci, ma anche della Basilicata intera e di quelle comunità, come Lagongero e Melfi, del pari minacciate come la nostra: per questo la lotta deve estendersi anche alle due città lucane interessate alle quali rivolgiamo un appello a condurre una battaglia unitaria comune.
IL COMITATO PERMANENTE DI DIFESA
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