Le Regioni impugnino la legge 99/2009 di fronte alla Corte Costituzionale
La scelta del governo sul nucleare, realizzata con l’approvazione della Legge 23 luglio 2009, n. 99 recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia- (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 31 luglio 2009 - Serie Generale n. 176 S.O.). è autoritaria e centralista. Le Regioni devono ribellarsi e non rinunciare all’esercizio del potere. È su questa base che Greenpeace, Legambiente e Wwf hanno scritto ai Presidenti delle regioni italiane invitandoli a impugnare la legge di fronte alla Corte Costituzionale. In Italia la competenza delle amministrazioni regionali in materia d’energia è sancita dalla costituzione, ma alla concertazione e alla trasparenza il governo preferisce l’autoritarismo e il segreto militare, con il rischio quasi certo di far piombare il Paese in un ginepraio di conflitti sul territorio: esattamente il contrario di quello che occorre all’Italia per risollevarsi dalla crisi economica e per contrastare il cambiamento climatico. Persino nella nuclearissima Francia sono previste procedure ben più trasparenti e democratiche, mentre quello che si è realizzato in Italia con l'approvazione del testo di legge è quasi un "golpe nucleare" con l'idea di militarizzare il territorio per imporre un sistema energetico che – tutti i sondaggi dimostrano - la maggioranza degli italiani non vuole. Con la lettera inviata nei giorni scorsi si invitano le Regioni al ricorso, a prescindere da qualsiasi convinzione sul tema, perché quello che appare molto grave è che 1'iter previsto per la realizzazione delle centrali possa arrivare a scavalcare completamente il territorio, compresi Regioni e Enti Locali, e a ridurre la possibilità di informazione dei cittadini fino ad arrivare a militarizzare gli impianti la cui localizzazione, occorre ricordare, è previsto sarà proposta da operatori privati. In occasione della presentazione del PIEAR della Regione Basilicata il Presidente De Filippo ha ribadito la piena contrarietà della Regione a qualsiasi ipotesi di realizzazione nel territorio lucano di siti di produzione energetica da fonte nucleare o di siti di smaltimento delle scorie. I rappresentanti di Legambiente e Wwf hanno ricordato anche in questa occasione, l’invito a ricorrere contro la legge 99/2009, nella speranza che la Regione si attivi subito, vista l’imminente scadenza dei termini. Nello specifico le associazioni ambientaliste riaffermano la loro assoluta contrarietà rispetto alla scelta energetica nucleare che il paese intero ha già intelligentemente rifiutato in passato. L’Italia non può permettersi di tornare indietro, deve guardare al futuro del sistema energetico distribuito, fondato sull'efficienza nella produzione e negli usi finali e sullo sviluppo delle rinnovabili. La scelta nucleare del Governo Berlusconi sul nucleare è totalmente priva di lungimiranza, anche perché non risolleverà le sorti dell'economia nazionale in uno scenario di crisi dalle dimensioni mondiali. Il nucleare è una tecnologia vecchia, inquinante, insicura e costosa che non risolverà nessuno dei problemi energetici del Paese. Non servirà a rispettare la scadenza europea del 2020 per ridurre le emissioni di gas serra, non abbasserà la bolletta, non ridurrà le importazioni di fonti fossili.
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