Il primo tentativo è svanito a pochi km dal confine: la strada versava in pessime condizioni ed un dosso ha mandato in tilt il sistema elettrico facendo spegnere la pandarella nel nulla. Per fortuna dei russi di passaggio ci hanno trainato per 40 km fino al paese più vicino dandoci ospitalità e riparazione alla macchina.
Il secondo tentativo oggi si è infranto contro le barriere chiuse della dogana.
Cominciamo a credere che la Mongolia non esiste ma è la terra che non c'è.
A darci coraggio sono le persone che incontriamo durante il nostro cammino.
Mentre scriviamo siamo a cena con un altro team anche loro come noi fermi per lo stop della dogana.
Ci raccontiamo chi siamo e le storie di questa grande avventura davanti ad una cena fatta di sapori di diverse nazioni (Italia Inghilterra Spagna Brasile).
Stringiamo amicizia ed in un attimo non siamo più soli: domani partiamo insieme all'alba per la Mongolia.
Ma il confine è solo l'inizio di una nuova sfida: percorrere 1.700 km in questo paese è difficilissimo perché non ha strade ma solo direzioni. È tutto questo in soli 3 giorni perché dobbiamo arrivare a "Ulan Baator" entro la fine di agosto.
Non sappiamo quindi se riusciremo in questa impresa unica però vogliamo ringraziare chi ci sta supportato dalla nostra Basilicata. È lontana lo sappiamo ma tutto l'affetto che ogni giorno ci arriva dai social è benzina per il nostro corpo e anche un po' per la pandarella. Continuate a seguirci e a scriverci su #basilicatamongolrally
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