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mercoledì 9 settembre 2015

AMIANTO KILLER in MARINA MILITARE GIUSTIZIA per le VITTIME

Già cinquant’anni fa i vertici dell’Arsenale Marina Militare di Taranto sapevano che l’amianto uccideva e avevano consapevolezza di questo come riportato nella lettera datata 8 luglio 1964 stilata per le note di merito di un operaio del Reparto Coibentatori della Officina Calderai che si concludeva con il seguente periodo: “ ha dato il massimo contributo di iniziativa, di sacrificio, di operosità e di generosa dedizione al servizio, come è ampiamente dimostrato dal gran numero di decessi prematuri per asbestosi ed affezioni connesse verificatesi da qualche tempo. “ Quell’operaio morì a causa dell’amianto alcuni anni dopo ed anche la figlia fu vittima innocente contaminata dalla polvere di amianto portata a casa dal padre morendo nel 2006 di mesotelioma, il tumore di certezza provocato dall’amianto. Il documento in archivio Contramianto rafforza i contenuti di una strage annunciata che continua inarrestabile ancora oggi indistintamente tra operai civili e marinai vittime dell’amianto killer in Marina Militare.Le ultime morti per mesotelioma sono quelle di un sottufficiale di Marina , motorista navale, passato poi all’impiego civile e di un operaio dell’Arsenale di Taranto , tornitore , casi seguiti da Contramianto che assiste le famiglie delle vittime . Sono solo le ultime due morti registrate nelle scorse settimane nell’archivio Contramianto e riconducibili all’amianto e all’esposizione alle polveri cancerogene a bordo del naviglio militare e nelle Officine dell’Arsenale tarantino. Una lista di molte pagine quella di Contramianto un lungo elenco di nomi di vittime dell’amianto killer in Marina Militare, marinai ed operai ammalati e morti lavorando a bordo di navi e negli Arsenali , una vita trascorsa respirando le fibre cancerogene le cui conseguenze hanno causato danni alla salute in molti casi letali. Sono diverse centinaia le patologie asbesto correlate rilevate complessivamente da Contramianto , mesotelioma, cancro alla laringe, polmone, rene, asbestosi, placche, ispessimenti.

Complessivamente 104 i casi di operai Arsenale e Marinai, deceduti o ammalati, per i quali è stato possibile ricostruire completamente una storia lavorativa e sanitaria dettagliata e già segnalati da Contramianto alla Procura di Padova , che ha la competenza nazionale per le indagini in Marina Militare. Ora spetterà alla magistratura valutare i successivi adempimenti giudiziari ed accertare le possibili responsabilità penali per quelle morti e per quei malati , vittime dell’amianto killer in Marina Militare che chiedono giustizia. Un dossier consistente e dettagliato quello di Contramianto atti e documentazione che ripercorrono la storia delle navi e dell’Arsenale di Taranto e Brindisi , l’amianto, le esposizioni, le malattie , le morti . Un archivio di dati raccolti da Contramianto negli ultimi vent’anni dove l’amianto primeggia per quantitativi e danni alla salute. Ancora oggi sono in atto le bonifiche amianto dal naviglio militare e secondo i dati di smaltimento amianto in possesso di Contramianto dalle navi di base a Taranto e dalle Officine ed edifici dell’Arsenale di Taranto sono state rimosse, secondo stime attendibili, oltre 600 tonnellate di amianto, seicentomila chili di fibra killer. Una strage annunciata quella causata dall’amianto all’Arsenale MM di Taranto e su navi e sommergibili della Marina Militare con centinaia di morti ed ammalati sulla quale Contramianto chiede che si apra al più presto un processo penale che faccia giustizia e che chiarisca finalmente eventuali responsabilità e colpe non solo dovute alla Marina Militare ma anche dei Cantieri Navali che quelle navi imbottite di amianto hanno costruito e di quella parte di cantieristica navale nazionale e locale che ha contribuito alle manutenzioni navali lavorando con i propri operai al fianco degli operai dell’Arsenale MM di Taranto e dei marinai di bordo negli ambienti contaminati dalle fibre killer di amianto.

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