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venerdì 18 settembre 2015

CS THALIA: I VALORI (NON SOLO ECONOMICI) DELLA PAUSA PRANZO

Un’innovativa proposta di pranzo fuori casa perché la corretta alimentazione gioca un ruolo importante sulla produttività e la sicurezza dei lavoratori senza rinunciare all’effetto principale: il momento della pausa pranzo è un tempo che possiamo decidere di utilizzare nel miglior modo possibile per noi. L’idea parte da una ristorazione che non lascia nulla al caso ma è frutto di studio, sperimentazione, ricerca, sinergia titolari-chef-esperti, a partire dal principio che il pasto deve essere sobrio, vario e di facile digeribilità onde favorire la ripresa del lavoro evitando fatiche digestive post-prandiali: difficoltà di concentrazione, sonnolenza, fastidioso meteorismo ecc. Scegliendo o il primo piatto o il pasto completo, entrambi ma in porzioni non abbondanti conditi in modo semplice si evitano gli inconvenienti. A Potenza – segnala il Centro Studi Thalia – c’è chi sta sperimentando questa formula. “Idealmente la pausa pranzo – sostiene Antonio Sabia, giovane e moderno ristoratore alla guida di Black Pepper Potenza -dovrebbe essere un momento di riposo, di recupero delle energie spese , di relazione con i colleghi di lavoro, di liberazione dallo stress e di allontanamento dal posto di lavoro. Così concepita la pausa pranzo può diventare un momento di educazione nutrizionale soprattutto se i commensali sono desiderosi di provare nuovi gusti e sapori per riprendere l’attività di lavoro con una “marcia in più”. L’innovazione, secondo il Thalia, deve muoversi all’interno di due vincoli ben precisi e definiti. Il primo è il prezzo. Bisogna creare e proporre dei menu completi con un costo al pubblico a partire da 10 euro. Il secondo è l’aspetto nutrizionale: meglio puntare su proposte equilibrate e salutistiche. Nonostante le difficoltà di mercato, il pranzo resta un caposaldo fondamentale per l’economia degli operatori, e sarà anche il momento di consumo che prima degli altri reagirà positivamente al riprendersi dell’economia nazionale. L’invito del Thalia ai ristoratori, pertanto, è a non mollare. Anzi: È opportuno più che mai lavorare sull’innovazione dei menu, sulla qualità e sugli aspetti salutistici e di servizio. Non ultimo bisogna ricordarsi che proprio nei momenti in cui sembrano venir meno le certezze che il consumatore ricerca valori quali l’affidabilità e la tradizione. In quest’ambito bisogna mantenere i propri standard e possibilmente innovarsi». “ Il pranzo fuori casa - è il parere dello chef Roberto Pontolillo (Black Pepper Potenza) – oltre a soddisfare la fame è soprattutto gratificazione sensoriale. Il primo requisito di ogni consiglio alimentare è 'goditi i tuoi pasti”. Dobbiamo tuttavia gratificare i sensi senza farci del male. Piccoli piaceri gustativi sono insomma non solo leciti, ma addirittura benvenuti. Quindi spazio a fantasia e creatività variando continuamente il menù e piatti unici specie per un secondo che è sufficiente come pasto completo al costo del buono pasto medio. Attualmente il budget di spesa ideale restano i famosi 7 euro, spesso rappresentati dalla soglia dei ticket aziendali. In quest’ambito, il consumatore è alla costante ricerca di novità, ma ha ben presente alcuni concetti base che lo guidano nelle scelte. Ovvero nutrirsi in modo corretto dal punto di vista salutistico, senza appesantirsi per il prosieguo della giornata, e senza investire nel pranzo la totalità del poco tempo a sua disposizione, un’ora al massimo. Sulla scorta di questo focus, per il gestore si aprono una serie di opportunità: innanzitutto la scelta dei menu, ricchi di verdure, zuppe, frutta fresca, con una rotazione stagionale degli ingredienti. Il take away, nonché la possibilità di prenotarsi attraverso Internet, rappresenta una modalità il cui successo sta crescendo. Questi servizi infatti consentono al gestore una maggiore razionalizzazione ed efficienza del momento di consumo, a vantaggio anche del conto economico. Nonostante le difficoltà di mercato, il pranzo resta un caposaldo fondamentale per l’economia degli operatori, e sarà anche il momento di consumo che prima degli altri reagirà positivamente al riprendersi dell’economia nazionale. È opportuno più che mai lavorare sull’innovazione dei menu, sulla qualità e sugli aspetti salutistici e di servizio. Non ultimo bisogna ricordarsi che proprio nei momenti in cui sembrano venir meno le certezze che il consumatore ricerca valori quali l’affidabilità e la tradizione. In quest’ambito bisogna mantenere i propri standard e possibilmente innovarsi. Compito dello chef è poi quello di far amare i piatti rielaborati e gustosi sino ad abbracciare la “Neurogastronomia”: come il cervello crea il sapore, vale a dire il rapporto neurobiologia e gastronomia, come un piatto possa divenire buono, seducente, irresistibile, indimenticabile. Uno dei protagonisti è l’olfatto: mentre mangiamo, il cervello modellizza gli odori, con l’aiuto degli altri sensi costruisce la percezione del sapore. I sapori e gli odori hanno inevitabilmente anche un impatto comportamentale, medico e sociale (non solo a tavola).

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