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mercoledì 3 giugno 2015

CONFARTIGIANATO: LE BANCHE NON SORRIDONO ALLE MICRO IMPRESE

Il flusso del credito alle micro e piccole imprese artigiane della Basilicata porta ancora il segno meno. I dati della Relazione Annuale della Banca d’Italia presentati martedì scorso confermano la contrazione del credito erogato alle imprese: a marzo 2015 la riduzione è dell’1,8% su base annua. Secondo gli ultimi dati Banca d’Italia elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato, il calo con cui si è chiuso il 2014 in Basilicata è del 1,6% rispetto all’anno precedente, ed è destinato a diventare più negativo, con uno stock complessivo di poco più di 1,1 miliardi di euro erogati. Anche per il credito alle famiglie si registra un decremento pari all'1,5% per uno stock di circa 800 milioni di euro.
L'andamento del credito alle imprese ha riflesso dinamiche della domanda e dell'offerta differenziate tra comparti produttivi. Si è accentuata la contrazione dei finanziamenti alle imprese manifatturiere che ha risentito del calo della domanda e, soprattutto, dell'irrigidimento delle condizioni di offerta. Al contrario, non si è intensificata la caduta negli altri comparti che hanno beneficiato di una ripresa della domanda, accompagnatasi con condizioni di offerta sostanzialmente invariate. L'andamento della qualità del credito è rimasto stabile per le famiglie mentre per le imprese il tasso di ingresso in sofferenza è ancora aumentato in tutti i settori, salvo che nel comparto dei servizi: per il complesso delle imprese esso si è portato al 5,7 per cento, in lieve miglioramento rispetto allo scorso dicembre. «La situazione creditizia delle imprese, soprattutto di quelle di piccola dimensione, rimane critica – afferma Antonio Miele, presidente di Confartigianato Imprese – un credito sempre più scarso e costoso blocca le opportunità di sviluppo, scoraggia gli investimenti e rallenta i processi di innovazione tecnologica. Le nostre imprese – prosegue – non hanno bisogno di grosse somme ma di cifre piccole, fondamentali per la sopravvivenza di tante attività economiche. Infatti l’impossibilità di autofinanziarsi a causa della bassa capitalizzazione e della scarsa liquidità impone alle aziende di dover contare su una continuità delle linee di credito al fine di poter proseguire l’attività. Insomma le imprese sarebbero pronte a tornare a investire in beni materiali e in asset immateriali, come la formazione, il marketing e la ricerca e lo sviluppo, ma la loro volontà è ostacolata dalla difficoltà di reperire risorse. La soluzione è semplice: per favorire l’accesso al credito degli artigiani, è urgente il rafforzamento dei consorzi fidi promossi dalle associazioni di categoria, che sono vicini alle imprese e conoscono i territori. E poi – conclude Miele - meno tasse sul lavoro e impegni concreti per rilanciare la produzione e l'occupazione, visto che il mercato interno, nonostante l'ottimismo rilanciato dagli ultimi dati Istat sulla ripresa, è ancora fermo. Sburocratizzazione e credito sono tra i temi più importanti che toccano il mondo dell'artigianato e della microimpresa ma Confartigianato guarda anche alle infrastrutture, alla formazione, al lavoro,agli incentivi, al benessere sociale ed all'ambiente”.

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