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mercoledì 8 gennaio 2014

Centrale Enel del Mercure: siamo alla resa dei conti.

I sindacati di categoria Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil sollecitano l'entrata in pieno esercizio dell'impianto e chiedono la convocazione di un confronto urgente in vista della prossima sentenza del Consiglio di Stato.  Si torna a parlare della centrale Enel del Mercure. Per i segretari regionali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, Michele Palma, Rocco Padula e Francesco Laviero, “il nuovo anno non si avvia affatto sotto i migliori auspici per il futuro della centrale; assistiamo all'atto finale di un'annosa e paradossale vicenda che negli ultimi dodici anni ha registrato alterni rinvii, ricorsi, opposizioni e contrasti da parte di tanti soloni che hanno affollato il fronte del No allo sviluppo e al rilancio eco-sostenibile dell'area del Mercure e del Pollino, già profondamente depressa e segnata dalla crisi. Attendiamo la decisione ultima del Consiglio di Stato – continuano i tre dirigenti sindacali – prevista entro il prossimo 21 gennaio; organismo che, nel frattempo, ha sospeso la decisione del Tar calabrese che aveva accolto il ricorso per la definitiva fermata della centrale presentato dai Comuni di Viggianello e Rotonda, dall'associazione Rossoverde e dal Forum ambientalista”. Palma, Padula e Laviero sollecitano “l'entrata in pieno esercizio dell'impianto del Mercure che, dotato di ogni garanzia sotto l'aspetto eco-ambientale, assicurerebbe la continuità occupazionale a 50 lavoratori addetti all'impianto Enel e aprirebbe alla concreta prospettiva di impiego per oltre un centinaio di lavoratori di ditte terze aderenti al Consorzio del Legno. Tutto questo, in caso di chiusura dell'impianto, sarebbe seriamente compromesso con conseguenze gravi, e non certo indolori, per i lavoratori e per il comprensorio. A tal proposito - precisano i segretari lucani di Filctem Flaei Uiltec – non va trascurato il fatto che nel quadro del sistema nazionale di generazione di energia elettrica, quello dell'impianto del Mercure, pur minore in quanto a entità (35 MW), è uno degli impianti nazionali fin qui salvaguardati dallo spegnimento programmato a causa del calo della domanda energetica nel Paese”. “Non vorremmo trovarci adesso alle prese con una chiusura artatamente indotta da altri fattori, che nulla avrebbe a che fare con la generale crisi di domanda energetica. Sarebbe davvero un sacrilegio – continuano Palma, Padula e Laviero – perpetrato, paradossalmente, proprio da chi dovrebbe avere maggiormente a cuore lo sviluppo dell'area e che, invece, tenta di demolire una realtà produttiva per la quale l'Enel ha investito rilevanti risorse e garantito concrete contropartite per lo sviluppo del territorio.
È per questo che Filctem, Flaei e Uiltec di Basilicata stanno già sollecitando, d'intesa con le confederazioni regionali, la ripresa di un confronto urgente e serrato, allargato a più tavoli istituzionali per scongiurare questo ulteriore atto di violenza all'economia regionale”.

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