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giovedì 4 aprile 2013

Concluso a Melfi il IX congresso regionale della Fim

Il sindacato metalmeccanico della Cisl avvia il percorso per la costruzione di un grande sindacato dell'industria. Forte preoccupazione per la crisi economica e sociale in Basilicata. Appello alla politica: serve assunzione di responsabilità.

Si è concluso oggi a Melfi, con l'intervento del segretario nazionale Ferdinando Uliano, il IX congresso regionale della Fim Cisl, un congresso "costituente" che ha avviato l'ambizioso progetto di costruire un unico, grande sindacato dell'industria dentro la Cisl attraverso la fusione con la categoria dei lavoratori chimici e del tessile-calzaturiero Femca. Al centro della due giorni congressuale, oltre alle questioni squisitamente organizzative, si è dibattuto sul futuro del settore metalmeccanico in Basilicata, fortemente compromesso dalla recessione economica. "La Basilicata non sfugge al destino che sta attraversando tutto il paese", ha spiegato nella sua relazione introduttiva il reggente della Fim lucana Leonardo Burmo. "Il settore industriale lucano è fortemente indebolito dalla crisi: gli unici accordi sindacali che si fanno riguardano, quando va bene, accordi di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga e qualche contratto di solidarietà e di mobilità. In Val Basento, nel corso di questi anni, abbiamo assistito ad una vera e propria decadenza di fabbriche metalmeccaniche e non solo. La situazione del comparto metalmeccanico sul versante potentino - ha continuato Burmo - è rappresentato da un forte deficit di diversificazione produttiva, dalla presenza di infrastrutture fatiscenti e dalla mancanza di condizioni vantaggiose capaci di attrarre investimenti. Tutto ciò tradotto significa che sono passati oltre venti anni dagli ultimi investimenti di rilievo, esclusa la Fiat". E proprio sul Lingotto sono riposte le speranze per una possibile inversione di tendenza. L'investimento da oltre un miliardo di euro avviato in Sata, in vista della messa in produzione dei nuovi modelli Suv, è più di una speranza, ma c'è da fare i conti con la cassa integrazione nei prossimi due anni. "Per quanto riguarda Fiat siamo coperti - ha assicurato Burmo - i problemi sono nelle aziende della componentistica che hanno esaurito le ore di cassa integrazione ordinaria e stanno sopperendo alla crisi di mercato con la cassa in deroga, per la quale, però, c'è un problema di risorse". La crisi, insomma, sembra un grande rebus, tutto ancora da risolvere. Per questo la Fim chiede un atto di responsabilità alla politica "per dare risposte ai difficili problemi della stabilità del lavoro, ma le recenti elezioni non hanno dato la stabilità politica che serve a dare risposte utili al nostro sistema industriale", ha messo in guardia Burmo. In chiusura dei lavori il segretario nazionale Ferdinando Uliano ha detto che "la situazione economica e sociale del paese impongono di intraprendere la strada del cambiamento perché se restiamo fermi e non teniamo in considerazione ciò che succede nel mondo non saremo in grado di dare delle risposte alla crisi. Il sindacato sta facendo la sua parte con la riforma della contrattazione e la firma di molti contratti, nonostante il periodo di crisi, ma ora è necessario aprire un'interlocuzione con la politica, purtroppo le elezioni non ci hanno consegnato un interlocutore con cui parlare di come rilanciare i consumi e difendere il lavoro".

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