Accolta e accompagnata dalla delegazione lucana (i dirigenti regionali Rocco Messina e Franco Pesce, il direttore dell’Apt Gianpiero Perri…), il ministro ha potuto ammirare la “Regione Parco”: parco naturale per le sue bellezze e i paesaggi incontaminati, ma anche parco tecnologico per l’attenzione alla ricerca e allo sviluppo che caratterizza la Basilicata.
E’ questo il contributo che la Regione Basilicata ha inteso dare al tema del “Better City, Better Life” (città migliore, vita migliore), scelto dall’Italia per offrire al vasto mercato cinese il meglio del Made in Italy.
Realizzato con progettazione, materiali e tecnologie interamente italiani, l’ampio spazio espositivo interpreta la modernità e il passato della Basilicata, in un susseguirsi di invitanti proposte che ben si coniugano con lo spirito che anima questa esposizione mondiale, disseminata su cinque chilometri quadrati e che sarà capace di ospitare 80 milioni di visitatori, con una capacità di assorbimento giornaliera di 70-80mila persone.
Al centro dell’area è stato realizzato un modello di un radar, che sembra catturare i segnali di una presenza antica dei diversi popoli che hanno frequentato la Basilicata, ma anche le emozioni che soltanto i paesaggi, gli ambienti e la tradizione lucana sanno creare.
Concepito come un unico percorso concreto sul territorio, lo spazio espositivo si sviluppa lungo le “ferite” in chiaro-scuro delle pareti, composte da led-wall verticali incassati nei muri, con una significativa alternanza di natura e storia, di ambienti incontaminati e suggestivi e risultati della ricerca e dell’innovazione. E così tra un castello e un paese arroccato, un mare e un lago, il visitatore cinese si trova di fronte ad un motore a sei cilindri per l’aeronautica costruito a Tito oppure ad una parabola per la ricerca spaziale. Il tutto mentre sulle pareti laterali restano fisse i panorami della costa di Maratea, dei Laghi di Monticchio, del Lago del Pertusillo, dei costumi tradizionali, delle strade tortuose, riprese dall’alto, che si inerpicano sui paesi di montagna quasi a rievocare la “muraglia cinese”, mentre sulle candite “ferite” frontali scorrono a ciclo continuo e a ritmo incessante e tambureggiante le immagini in movimento e le musiche della Basilicata nella sua interezza: un intercalare di “finestre” sul paesaggio lucano, visibili ovunque all’interno dello spazio, a forma di improvvise balconate che si aprono su una terra che senza timidezza e con orgoglio si presenta ad un popolo asiatico che è tanto interessato a stringere relazioni di ogni tipo anche con una regione come la Basilicata, piccola nei numeri, ma significativa nell’offerta che può presentare ad una esposizione di carattere mondiale.
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