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venerdì 11 dicembre 2009

DI LORENZO (AN-PDL): RITARDI SU FONDO GARANZIE ALLE IMPRESE
“Non vorremo che la politica degli annunci sull’istituzione del fantomatico fondo di garanzia per l’accesso al credito per le imprese prosegua infruttuosa fino al momento in cui di imprese non ne rimarrà nemmeno una” . A dichiararlo il consigliere regionale del gruppo An-Pdl, Pasquael Di Lorenzo, il quale ricorda che “l’anno scorso il Consiglio regionale stanziò, nella sessione di bilancio, 20 milioni di euro che sarebbero dovuti servire nel corso dell’anno (che si sta oramai concludendo) ad attivare un fondo di garanzie per rendere agevole l’accesso al credito delle imprese lucane che hanno patito nel frattempo una delle più gravi crisi economiche e molte di loro hanno dovuto purtroppo soccombere”.
“Oggi apprendiamo che questa dotazione – sottolinea Di Lorenzo - è passata a 35 milioni di euro perché sono stati aggiunti altri 15 milioni. Contestualmente si invoca, giustamente, un aggiuntivo stanziamento nazionale per rendere ancor più efficace e diffuso l’intervento del Fondo di garanzia ma dobbiamo aspettare l’operatività di un nuovo ente regionale, Sviluppo Basilicata, perché quest’ultimo dovrà gestire questo fondo e questi soldi.
Nel frattempo si consumano vertici e riunioni tra istituzioni ed organizzazioni del mondo imprese ma la gravità della difficoltà che le nostre imprese sono costrette a superare per ottenere linee di credito accessibili e fruibili senza lungaggini burocratiche sconfortanti e senza pesanti condizioni al limite delle condizioni di mercato sembrano ancora irrisolte, nonostante il paradosso che le risorse regionali sono lì inutilizzate e altre ancora se ne aggiungono”.
“Denunciamo la stessa situazione critica - continua il consigliere - circa la effettiva operatività dell’operatività del nuovo fondo detto di ‘Garanzia diretta’ sul capitale circolante, approvato con delibera di Giunta numero 327 dello scorso febbraio, che aveva una dotazione di due milioni di euro di cui la metà destinato alla sole aziende del mobile imbottito a cui sembrano aver potuto accedere pochissime aziende per un meccanismo farraginoso che prevede un iter che passa prima per l‘istruttoria del Mediocredito, poi per un comitato regionale e poi ancora per l’istituto di credito convenzionato. Mentre le nostre aziende muoiono e si perdono posti di lavoro è grave constatare la sussistenza di fondi pubblici che per incapacità e burocrazia non giungono mai in tempo a chi ne ha un bisogno vitale” .

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