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giovedì 3 aprile 2014

Legambiente, WWF, Coldiretti e UpBio presentano le iniziative in Basilicata

La task force nelle piazze contro gli ogm, In attesa del pronunciamento del TAS sulla vicenda della semina del mais transgenico in Friuli. Domani 04 aprile ore 10.30 presso la sede di Legambiente a Potenza. In Italia è allarme OGM, a un anno da Expo 2015, l’appuntamento che farà del nostro Paese la capitale mondiale dell’alimentazione. Consumatori, ricercatori, agricoltori, in rappresentanza di milioni di cittadini si mobilitano in attesa di una sentenza che può cambiare - oltre al cibo e all'ambiente - anche la nostra economia. Il prossimo 9 aprile, infatti, il Tar si pronuncerà sul ricorso presentato da un agricoltore friulano contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais MON810. Se il ricorso fosse accolto, si rischierebbe di aprire la strada a semine incontrollate di colture geneticamente modificate. Tutto il comparto agricolo ne risulterebbe gravemente compromesso: un colpo durissimo per i nostri prodotti, il “made in Italy”, le produzioni biologiche, le esportazioni e per la libertà di scelta dei cittadini. La Task Force “Per un’Italia libera da OGM”, composta da 39 associazioni, lancia un appello al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al governo perché emani con effetto immediato un decreto contro le semine OGM e, a partire dal semestre italiano, si impegni in sede europea a elaborare finalmente una chiara iniziativa per impedire coltivazioni geneticamente modificate nel continente, un’area del pianeta preservata finora dalla pressione dei cittadini e dalla mobilitazione delle associazioni agricole, del biologico, ambientaliste e consumeriste. Per chiedere l’impegno dell’esecutivo e ribadire gli effetti di un far west OGM sull’agricoltura, la biodiversità naturale e l’economia la Task force ha organizzato oggi all’Agorà di Expo Milano 2015 del Castello Sforzesco l’incontro “Verso Expo 2015: Nutrire il pianeta senza OGM”, cui hanno partecipato il coordinatore della Task Force “Per un’Italia libera da OGM” Stefano Masini; Manuela Giovannetti del Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Pisa; Simone Vieri, del Dipartimento di Management dell’Università Sapienza di Roma; Wes Shoemyer, un agricoltore statunitense in lotta contro le multinazionali OGM. A indicare come la strada delle coltivazioni transgeniche sia una scelta senza ritorno per l’agricoltura, è proprio la testimonianza che proviene dai Paesi che hanno scelto l’agricoltura OGM. Negli Stati Uniti, dove il 73 per cento dei semi è stato geneticamente modificato per tollerare gli erbicidi, gli agricoltori non riescono ad uscire dal circolo vizioso in cui sono finiti. Chi ha acquistato sementi brevettate deve per contratto continuare a farlo per un periodo determinato. Così, negli USA, la Monsanto ha già fatto causa a numerosi agricoltori per violazione contrattuale. In Italia abbiamo ancora la possibilità di scegliere e di fermare l’agricoltura geneticamente modificata ma è necessaria una forte sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni per contrastare l’avanzata di un modello agricolo che potrebbe mettere in serio pericolo uno dei nostri settori più redditizi sia sul mercato interno sia nel panorama delle esportazioni. Le aziende agricole italiane hanno una superficie media di 8 ettari. Con queste superfici un'azienda che si basa su monocoltura di mais impoverisce il suolo, riduce al minimo il lavoro e non riesce comunque a dare reddito all'agricoltore. Un'azienda biologica e diversificata che produce prodotti di qualità e vende a filiera corta fa invece un servizio per il territorio: può dare più lavoro, più ambiente e più reddito agli agricoltori. E lo stesso accade a chi –come buona parte del mondo agricolo nazionale – sceglie di puntare sulla qualità e sulla tipicità. L’apertura di una fase di incertezza come quella che si determinerebbe con la decisione del Tar del Lazio di annullare il decreto interministeriale che proibisce fino alla fine del 2014 la coltivazione di prodotti geneticamente modificati (in attesa dell’iniziativa europea) sarebbe un segnale devastante, con ripercussioni che andrebbero ben oltre i confini nazionali. La Regione Friuli ha emanato in questi giorni un regolamento che vieta la semina e la coltivazione di OGM sul suo territorio (paradossalmente, quindi, l’agricoltore che ha fatto ricorso si troverebbe nell’impossibilità di effettuare la semina transgenica, anche nel caso il Tar gli desse ragione). Altre Regioni potrebbero seguirlo in breve tempo, e inoltre – in caso di successo del ricorso – le associazioni della Task Force potrebbero fare ricorso al Consiglio di Stato. Ma si tratta di palliativi: occorre una politica coerente con le vocazioni culturali ed economiche del Paese, di valorizzazione delle nostre qualità, della nostra bellezza e delle nostre capacità. Ed è per questo che la Task Force, composta da organizzazioni del mondo agricolo, ambientalista, cooperativo e consumeristico, scende in piazza sabato 5 aprile per promuovere insieme a tutti i cittadini consumatori azioni per salvaguardare i caratteri identitari del nostro prezioso patrimonio agroalimentare dalla minaccia derivante dall’impiego di Ogm nell’alimentazione. Per contrastare l’agricoltura transgenica che crea seri rischi per l’ambiente, la salute umana e l’economia, la Task Force rivendica l’applicazione del principio di precauzione con il fine ulteriore di arrestare il processo di omologazione derivante dalle produzioni transgeniche Anche in Basilicata la Task Force è operante: venerdì 4 aprile si terrà una conferenza stampa alle ore 10:30 presso la sede regionale di Legambiente in Viale Firenze n. 60C a Potenza. Discuteranno del tema e lanceranno le successive azioni Franco Carbone della Coldiretti di Potenza, Marco De Biasi di Legambiente, Luigi Agresti del WWF e Michele Monetta di UPBio. Nella stessa sede, nel pomeriggio continua l’azione di mobilitazione e sensibilizzazione con il Gruppo si Acquisto Ecologico del Circolo Legambiente di Potenza. Sabato 5 aprile invece, presso i Mercati di Campagna Amica di Potenza (Via Mazzini, ore 8:30 – 13:30) e Matera (parcheggio coperto di Via Saragat, stesso orario) verrà avviata la campagna di sensibilizzazione con la distribuzione di materiale informativo. Comunicare e interagire sui social network Facebook, Twitter e Instagram è facile con #italiaNOogm.

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