Rimane alta l’allerta per gli attacchi al Made in Italy: un fenomeno dai costi troppo alti, da abbattere con azioni concrete senza ulteriori rimandi.
Sono stati presentati a Potenza, nel corso dell’incontro “Sicurezza alimentare e Agricoltura di qualità”, i dati raccolti nel dossier Italia a Tavola 2013, il decennale report sul tema della sicurezza alimentare redatto dal Movimento Difesa del cittadino e Legambiente. L’appuntamento, a cui hanno preso parte le forze dell’ordine, i cittadini e le associazioni di categoria, è stato organizzato nell’ambito del progetto interregionale “Coltiviamo la rete- buone pratiche in circolo”, finanziato dalla Fondazione con il sud. Secondo i dati raccolti, ad oggi, le truffe dei prodotti agroalimentari sottraggono all’Italia una produzione aggiuntiva di oltre 13 miliardi di euro, pari a circa 5,5 miliardi di euro in valore aggiunto (0,35 del PIL) e un aumento dell’occupazione che potrebbe risultare dello 0,41 %. A conferma di questo, le elaborazioni presentate nel dossier di quest’anno indicano numeri significativi: 500 mila controlli e oltre 28 mila tonnellate di prodotti sequestrati per un valore economico che, solo nel 2012, supera i 500 milioni di euro. Il dato principale riguarda il perenne duello tra l’integrità del marchio made in Italy e la contraffazione. Sul mercato interno si stima che i fenomeni della contraffazione e della pirateria commerciale abbiano un valore di 7 miliardi de 109 milioni di Euro; sul mercato estero invece il solo fenomeno dell’Italia Sounding - l’utilizzo di denominazioni geografiche, immagini e marchi che evocano l’Italia per promozionare e commercializzare prodotti affatto riconducibili al nostro Paese- si aggira attorno ai 60 miliardi. Una vera e propria minaccia a danno delle certificazioni di qualità e dell’identità Italiana nel mondo. Secondo Daniela Sciarra, coordinatrice nazionale settore agricoltura di Legambiente, “Non c’è dubbio che nel mondo l’agroalimentare italiano resti sinonimo di qualità. Ed è proprio l’agricoltura fatta nel rispetto di criteri di sostenibilità ambientale, della certificazione, della tracciabilità e delle garanzie igienico sanitarie, a costituire il principale elemento di garanzia per i consumatori e per le tante aziende agricole. Per fare ciò è pero necessario muoversi all’interno di un quadro giuridico ben definito. Bene dunque l’approvazione da parte dell’Unione Europea del regolamento 1169 del 2011 - applicabile da dicembre 2014 - sulle nuove regole di etichettatura e l’introduzione, con la Legge sviluppo del 2009, della contraffazione come reato penale. A questo devono però accompagnarsi dei puntuali sistemi di controllo basati su un approccio sistemico e integrato in tutti i settori collegati alla catena alimentare”. Non meno importante il ruolo di cittadini ed associazioni nell’attivare strumenti di autodifesa contro le truffe agroalimentari. “Uno dei principi fondamentali su cui si fonda un gruppo di acquisto solidale - spiega Alessandro Ferri, Presidente del Circolo Legambiente di Potenza - è quello della trasparenza. Attraverso il rapporto diretto con i produttori è possibile esercitare un controllo effettivo e riportare al centro dello scambio economico valori spesso oscurati dalle logiche del mercato come la fiducia reciproca e il riconoscimento del ruolo fondamentale dell’agricoltura di qualità nella difesa dei territori. “Per l’economia Italiana – è il commento di Marco De Biasi, presidente di Legambiente Basilicata-, e del mezzogiorno in particolare, la diffusione di un modello di agricoltura di qualità è un tema cruciale ed è fondamentale sviluppare una visione strategica comune. In questo senso il progetto Coltiviamo la rete ha dato degli ottimi risultati, consentendo un proficuo scambio di informazioni e buone pratiche tra circoli della Legambiente appartenenti a realtà regionali differenti”.
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