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mercoledì 26 febbraio 2014

Un nuovo paesaggio culturale di Donato Sperduto

Sembra un quadro d’autore, un paesaggio narrativo caratterizzato da un tono cortese, gotico. È semplicemente il nostro Sud. Una cartolina tanto umana, tanto vera, tanto viva, tanto reale, tanto pietrosa e accesa di speranze, di nuovi progetti, che occhieggiano come nel lento e tiepido lumeggiare dell’immagine. La luce è dominante. È la luce di questa terra che freme, crea, semina sfide, punta sulle proprie bellezze, sul territorio, sui propri sapori cominciando,
finalmente, a raccoglie le prime soddisfazioni: punto di partenza per nuove avventure di sviluppo e di crescita.
L’immagine di San Fele del bravo Michele Amoruso, selezionata e pubblicata dal National Geographic il 19 febbraio scorso, ci ricorda- è stato scritto- un tempo senza tempo, una sorta di atmosfera pensosa ed ineffabile. È vero. Tuttavia, oltre il dato onirico, surreale, estetico, ritengo che essa solleciti anche la coscienza di noi amministratori, abitanti, figli di questa terra e ci sorrida, come opera di bellezza da offrire all’esterno e sulla quale investire.
Ricordo, infatti, che quasi in contemporanea con la pubblicazione di questa foto sul National Geocraphic, San Fele era presente all’interno del più prestigioso salotto italiano in materia di turismo: la 34° edizione della BIT di Milano. Era rappresentata sia come una delle espressioni della Basilicata da scoprire, sia come tappa di un turismo integrato e di prossimità proposto dal Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”, grande evento dell’ Assessorato al Turismo e Beni Culturali della Regione Campania , che a San Fele celebra una prestigiosa sezione. Le cifre di Milano Fiera sono apparse piuttosto eloquenti: oltre 63mila visitatori professionali, mille tour operator di tutto il mondo, oltre 100 Paesi rappresentati. Il tutto già imperniato sulla grande sfida di EXPO 2015. I nostri biglietti da visita sono stati Pierno e le cascate di San Fele (U Uatteniere), che nella scorsa estate hanno mosso più di ventimila visitatori. trasformando il sito in un autentico attrattore naturale a costo zero. Il nostro paesaggio dunque piace, colpisce, perché è semplice ed incontaminato. Al paesaggio va aggiunto inoltre quell’alone di misticismo che la figura di San Giustino De Jacobis suscita e che potrebbe inserirsi in un filone di turismo religioso, anche internazionale. Esiste già un progetto culturale di sviluppo integrato per San Fele e per il parco urbano delle cantine di Barile, nella costruzione di una nuova Lucania. Un disegno organizzativo presentato a bassa voce, prima della Bit di Milano, a Rionero in Vulture nella sede del Gal e che ora ci piacerebbe perfezionare e porre a sistema. Per far ciò occorrerebbe creare, in tempi strettissimi, una cabina di regia che sappia coniugare, intorno a questo progetto, bellezza, arte, fede, anche in un’ottica interregionale con la vicina Campania. L’appello è, quindi, rivolto ai nostri attori del sistema istituzionale e della governance territoriale: dal Governatore Pittella agli Assessori alla cultura e al turismo; dal Presidente
del Consiglio Regionale Lacorazza al Direttore dell’APT Perri. Come ho scritto nel pamphlet distribuito alla Bit e siglato da Confine edizioni (Bologna): “La bellezza, che tanto affascina tutti, si mantiene solo in due condizioni: in natura e nell’arte”. Ebbene penso sia giunto il momento di sceglierle entrambe. Stavolta tutti insieme, per un nuovo paesaggio culturale, una nuova storia, una nuova geografia.

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