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giovedì 6 febbraio 2014

SANITA’ FUTURA: LA CRISI NON MORDE SOLO LA SANITA’ PUBBLICA

“Il riposizionamento delle politiche sanitarie e del welfare rapido, incisivo, serio, fortemente orientato alla risoluzione veloce dei punti di maggiore criticità che abbiamo sollecitato al Presidente Pittella, parte da un approccio complessivo e dalla consapevolezza, purtroppo tutt’altro che scontata, che nella sanità operano imprese con le stesse problematiche che vive oggi l’imprenditoria nazionale e regionale”. E’ quanto sostiene Michele Cataldi, a nome di Sanità Futura (associazione di categoria delle strutture sanitarie lucane) ricordando che “non è certo casuale la richiesta fatta, subito dopo la nomina della nuova Giunta regionale, di un incontro prima con il Presidente Pittella e solo successivamente con l’Assessore Franconi”.  “Vogliamo contribuire anche noi, pur nel rispetto dei ruoli e dell’autonoma responsabilità di governo – precisa Cataldi – a quella “rivoluzione democratica” invocata costantemente dal Governatore e per questa ragione riteniamo necessario che “l’ascolto” avvenga prima delle dichiarazioni programmatiche previste in Consiglio Regionale nella prossima settimana per offrirgli una “diagnosi” pulita quanto grave delle piccole imprese, in modo da evitare di incorrere nell’errore della genericità rispetto all’imprenditoria che opera nel servizio sanitario lucano. Ravvisiamo infatti la necessità di illustrare l’attuale quadro complessivo della sanità cosiddetta “privata” che, al pari di altri settori della piccola e media imprenditoria, sta vivendo un’emergenza infinita. Una emergenza fatta anche di mille pastoie procedimentali non solo inutili ma dolosamente dannose, di necessità legate alla formazione costante delle risorse umane, di accesso al credito per investimenti in nuovi processi e nuove tecnologie, di “messa in rete” con altri mondi produttivi come quelli dei servizi, dell’agricoltura, del turismo, delle attività produttive in generale. Non si sottovaluti il fatto che queste aziende: poliambulatori, ambulatori, centri di fisioterapia, laboratori di analisi, ecc., sono essenziali per l’erogazione di prestazioni e servizi che le strutture pubbliche, specie sul territorio e in comuni piccoli e medi , da sole, non sono in grado di garantire e che hanno un risvolto occupazionale pari ad oltre 600 unità tra dipendenti, contrattualizzati e liberi professionisti. Se dunque la Regione e con essa la sanità lucana hanno bisogno di essere governate ed hanno fame di risposte concrete ed efficaci alle troppe problematicità, hanno anche necessità di una svolta nel metodo di approccio nelle relazioni. Un approccio che per essere efficace deve essere multidisciplinare e di sistema. Tutto ciò – afferma il dirigente di Sanità Futura – è ancora maggiormente rilevante nella sanità privata laddove gli attori prima che essere strutture sanitarie sono anche imprese che, oltre a dover resistere alla crisi generale devono misurarsi per la sopravvivenza con i tagli alla sanità pubblica che spesso tagliano i servizi e non gli sprechi. Grazie alla responsabilità degli imprenditori titolari delle strutture, che non hanno la possibilità di muoversi in un mercato libero delocalizzando o migrando e che – va ricordato – hanno subito negli anni passati pesanti penalizzazioni economiche che dureranno sino al 2015, oltre che al “superticket” sulla specialistica ambulatoriale - si è consentito sinora di mantenere servizi, prestazioni essenziali al diritto alla salute, posti di lavoro, attività produttive”.

Il Presidente Michele Cataldi

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