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giovedì 4 aprile 2013

LE DISIGNAZIONI NEGLI AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA, CONSTESTABILI NEL METODO E NEL MERITO

“E’ assurdo che per giustificare una scelta le Istituzioni utilizzino le sentenze del TAR e non il Regolamento di cui le stesse Istituzioni si sono dotate. Questo, purtroppo, è quanto accaduto in Provincia di Potenza, dove l’Assessore alle Attività Produttive, nel designare i componenti dei Comitati Direttivi degli Ambiti Territoriali della Caccia, ha disatteso il Regolamento e quindi la Legge Regionale richiamando a sostegno della propria decisione alcune sentenze del TAR”, afferma il Direttore della Coldiretti di Potenza, Franco Carbone, commentando la delibera di Giunta della Provincia di Potenza del 12 marzo 2013 con la quale vengono assegnati due componenti ad Organizzazione Agricola diversa dalla Coldiretti, pur essendo la più rappresentativa, sia a livello nazionale che Regionale e Provinciale (dati INPS e CCIAA).
Infatti, nella disciplina attuativa della citata legge regionale, si specifica che per ogni Comitato Direttivo dell’ATC spettano 5 rappresentanti alle “Organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale e presenti e operanti in forma organizzativa sul territorio dell’ATC” (art. 2 della DGR n. 195 del 2007). Al contrario, l’Assessore ha citato in delibera una sentenza poco pertinente rispetto alla disciplina regionale in vigore in Basilicata in quanto si riferisce ad un contenzioso sorto in Toscana per il rinnovo di detti Comitati, dove la disciplina regionale recita: “…per la composizione di tali consessi la Provincia procede alla nomina dei componenti del Comitato “secondo la rappresentatività espressa dalle organizzazioni e associazioni presenti nel comprensorio”.
Anche su questa ipotesi la Coldiretti è in assoluto disaccordo in quanto l’Assessorato provinciale ha richiesto, quali dati per la rappresentatività, una semplice autodichiarazione del numero degli associati lasciando spazio a numeri virtuali e non certificati. “Non è un caso che alla fine - afferma il Presidente della Coldiretti di Potenza Teodoro Palermo - risultano presenti in Provincia più agricoltori di quanto la realtà dimostri”. A tal proposito la Coldiretti ha contestato ufficialmente il metodo chiedendo quantomeno una autocertificazione e ricevendo, purtroppo, un diniego.
“La Rappresentatività ed il ruolo delle Rappresentanze è una cosa seria, specialmente in questa fase di grande confusione, che non può essere gestita con così tanta superficialità ed approssimazione”, continua il Direttore Carbone. “Forse questo metodo consente scelte di opportunità ma certamente non permette scelte corrette e coerenti con la realtà. A noi questo metodo non piace ed abbiamo deciso, nell’ultimo Consiglio Provinciale di Coldiretti Potenza, di procedere con un’azione legale con l’impugnativa della Delibera e contro l’errata valutazione comparativa fatta dall’Amministrazione provinciale dei dati forniti dalle diverse sigle in ordine alla propria consistenza territoriale”.
“In conclusione - afferma il Presidente Palermo - la nostra non è un’azione per la gestione del potere, tanto è vero che i Comitati si sono già riuniti, senza la presenza del nostro rappresentante, ed hanno già eletto gli organi di governo, la nostra è un’azione a tutela della trasparenza e della verità. A noi interessa soprattutto che l’attività degli “Ambiti” dia risposte adeguate al Territorio, compreso il ristoro dai danni da fauna selvatica agli agricoltori, senza trascurare la necessità che le Istituzioni procedano a favorire un patto rinnovato con il mondo agricolo che preveda risorse integrative per quelle aziende che operano direttamente nella gestione faunistica e che investono in progetti di riqualificazione ambientale rivedendo ed attualizzando la legge sulla caccia, con il contributo costruttivo delle Organizzazioni Agricole”.

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